
Andrea Bellini, di Prato, storico capitano della Pistoiese (foto Quartieri)
Pistoia, 28 ottobre 2015 - A dare un giudizio sul derby tra Pistoiese e Prato, di scena domenica alle 15 allo stadio Lungobisenzio della città laniera, non può mancare Andrea Bellini, capitano storico della Pistoiese, grande difensore che vanta un primato assoluto nella storia della squadra arancione, ben 396 partite (e 25 gol) nei campionati di Interregionale, C2, C1 e serie B, dove ha totalizzato 117 presenze e 7reti. Bellini è nato a Prato, dove vive da sempre, ma un posto di rilievo nel suo cuore lo hanno anche Pistoia e la Pistoiese. Bellini è stato anche allenatore della squadra arancione, anche se con poca fortuna. All’età di 49 anni continua a vivere e a divertirsi col calcio, allenando lo Zenith Audax, squadra che milita in Promozione. PARLANDO del derby di domenica, confessa di avere visto qualche volta il Prato e mai la Pistoiese, che segue soprattutto attraverso i giornali. «Sono due buone squadre, alle quali la classifica non rende pienamente merito – commenta –, il Prato ha un buon attacco, Capello e Chiricò sono bravi. Ho letto, invece, che la Pistoiese ha qualche problema in fase di realizzazione, però ha difesa e centrocampo molto forti. Sono sicuro che sarà un bel derby».
Un derby, come tutti gli incontri di campanile, dal risultato incerto. «Non vedo una favorita – aggiunge Bellini –, il Prato ha bisogno dei tre punti per migliorare la sua precaria classifica, la Pistoiese ha due risultati su tre, perché anche un pareggio, credo, sarebbe bene accetto per continuare la striscia positiva. Ma sono sicuro che tutt’e due giocheranno per vincere. Volendo andare oltre, penso che le due squadre abbiano gli stessi obiettivi, una salvezza tranquilla, non ripetere il finale traumatico della scorsa stagione». Per quanto riguarda il clima che si sta vivendo nelle due città, Andrea Bellini avverte che il derby di quest’anno è poco sentito dai tifosi. «Se ne parla ma con poco calore – conclude l’ex capitano arancione, nonché ex allenatore – forse c’è più rispetto e senso civico tra i tifosi. Non è come quelli di tanti anni fa che invece venivano vissuti in maniera calorosa, anzi viscerale, per tutta la settimana. Ma è meglio così, bisogna evitare atti esagitati e violenti. Il tifo si fa con le bandiere, gli striscioni e gli sfottò, che sono il sale e il pepe dei derby».