
Il coach sloveno Gasper Okorn (foto Castellani)
L’ultimo ballo in serie A, peccato che per Pistoia non ci sarà nessuna scarpetta di cristallo da indossare, nessun principe azzurro e soprattutto il finale non sarà quello classico del ’vissero tutti felici e contenti’. L’Estra con la gara di oggi a Reggio Emilia (palla a due ore 18.15) dirà addio al massimo palcoscenico del basket italiano e chissà quando potrà tornare a calcarlo nuovamente. Finisce una stagione allucinante, in cui è successo di tutto e purtroppo niente di positivo.
"Non è stato facile – dice coach Gasper Okorn, verosimilmente anche lui all’ultimo ballo sulla panchina di Pistoia – non mi aspettavo di vivere tutto questo e quanto è successo lascerà un segno profondo in tutti noi che ricorderemo per sempre. Si dice che dalle esperienze negative si impara ma al momento sono molto deluso e ho solo sensazioni negative. Sarebbe facile adesso puntare il dito contro alcuni soggetti ma io non sono questo tipo di persona, mi prendo le mie responsabilità e posso solo dire che sono molto deluso. Il finale era scritto, non c’era modo per cambiare le cose: ci abbiamo provato ma le cose sono andate come dovevano andare. Chi ha fatto tutto questo ha delle responsabilità però purtroppo è andata così".
Neppure il grande senso di appartenenza che da queste parti e molto forte è riuscito a compiere il miracolo e dire che squadra e staff hanno sentito questo grande affetto e coach Okorn è dispiaciuto anche per questo, per i tifosi. "Prima di venire a Pistoia avevo sentito parlare dell’ambiente – prosegue Okorn – però se non lo vivi non ti rendi conto di ciò che si prova quando di entra qui dentro. La cosa sorprendente è che gli ultimi mesi sono stati surreali e il finale era già scritto ma qui dentro ogni domenica il palazzetto era pieno e pronto a darci la carica e questo è stato qualcosa di speciale. A Reggio verranno quasi trecento tifosi ed è un’altra cosa impressionante per l’ultima partita".
"A livello umano sono molto contento di aver vissuto questa esperienza perché mi ha dato qualcosa di speciale – ripercorre –, quando andavo in città le persone mi salutavano, sapevano chi ero. Però a livello sportivo sono deluso perché un coach è un uomo di sport, il mio obiettivo è quello di competere e noi non abbiamo potuto farlo per diversi fattori. Un altro aspetto importante è che i giocatori che sono rimasti hanno sempre dato il massimo, siamo riusciti a strappare due vittorie in un clima assurdo. Ero venuto qui per Natale e ho visto com’era la situazione, però quando sono arrivato mi sembrava fuori dal normale, una situazione impressionante perché c’erano decisioni diverse da tutte le parti, decisioni sbagliate, ognuno andava per conto suo e tutto questo alla fine lo paghi e noi lo abbiamo pagato con la retrocessione. A prescindere da chi è stato il coach negli ultimi mesi o altri aspetti noi stavamo combattendo contro un muro e tengo a sottolineare che se tutto questo è accaduto è per colpa di un’unica persona: Ronald Rowan".
Il fatto è accaduto e adesso c’è da pensare a come ripartire e soprattutto a come farlo nel migliore dei modi. "Il presidente Joe David è qui – conclude Okorn, in una sorta di ’commiato’ – e spero che lavori per il futuro con una visione e un piano ben preciso, perché nello sport ma anche in generale serve programmazione. C’è da tenere conto che non c’è solo la questione campo ma anche quelle finanziarie perché lo sport ha dei costi importanti e mi auguro che trovino le soluzioni giuste per il bene di Pistoia".
Maurizio Innocenti
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