
Ron Rowan è riuscito in pochi mesi a cancellare dalla memoria dei pistoiesi le sue gesta da giocatore, quelle che portavano gioia e non rabbia fra i tifosi
La stagione dei rimpianti, delle occasioni sprecate e dei tanti errori. Si può sintetizzare così l’annata dell’Estra Pistoia. Che potesse essere una stagione difficile lo si era capito fin da subito, anzi, addirittura prima che finisse quella dello scorso anno quando nell’aria c’era il sentore che saremmo andati incontro ad uno smantellamento generale della squadra come poi è stato. Non aver fermato Ron Rowan quando, in un battito di ciglia, ha distrutto tutto ciò che era stato costruito, a partire dall’allontanamento di Nicola Brienza, alla partenza di tutti i giocatori americani, fino a mettere da parte il diesse Marco Sambugaro, è stato il più grave degli errori e la causa di tutto ciò che è successo dopo. Rowan è così diventato il padre-padrone, presidente, direttore sportivo e allenatore con tanto di figlio a seguito. Le scelte fatte per la costruzione della squadra, senza ascoltare nessuno, si sono rivelate assurde fin dall’inizio con un roster che non aveva né capo né coda.
Il declino è iniziato già durante la preparazione estiva con allenamenti praticamente inesistenti con Rowan al centro del campo a dirigere un gruppo di giocatori spaesati che non capivano cosa stesse accadendo. Il tutto si è poi riversato in campionato con una squadra che faticava a giocare perché un gioco non c’era con un allenatore, Calabria, insofferente a causa delle ingerenze presidenziali che tra le altre cose imponeva il figlio come giocatore unico e insostituibile.
Le vicende successive, l’addio di Calabria, l’arrivo di Markovski, le scenate plateali di Rowan che guidava la squadra in campo con tanto di denuncia da parte del sindacato allenatori sono tutte l’effetto di una gestione, prima e dopo, deficitaria. In tutto questo tsunami la squadra, tra addii, arrivi, cambi di rotta, ha provato a fare ciò che poteva e nonostante tutto le occasioni per salvarsi ci sono state.
Senza andare troppo indietro nel tempo, la gara interna contro Scafati condotta per buona parte e persa all’ultimo tiro per una tripla di Miaschi. Un grande rammarico visto che la domenica dopo Pistoia è andata a vincere in casa di Napoli. Due punti che in quel momento vedevano i biancorossi al terzultimo posto ed in vantaggio con Napoli, Varese e Cremona con 10 partite ancora da giocare. Sarebbero state sufficienti due-tre vittorie, avendo poi lo scontro diretto con Cremona in casa, per agguantare la salvezza. Ma così non è stato.
Maurizio Innocenti
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