Ubaldesco Baldi La gloria nel mirino

Quarrata: il Comune dedica una strada al campione di tiro morto a 47 anni. Il ricordo di moglie e figlia

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A volte succede che i genitori proibiscano ai figli di scegliere il proprio futuro. Ma a volte è proprio quel futuro che si affaccia lo stesso prepotentemente nella loro vita, arrivando a portare risultati eccezionali. E’ la storia di molti, ed è stata anche la storia del quarratino Ubaldesco Baldi, campione olimpico e mondiale di tiro a volo negli anni ‘70, venuto a mancare nel ‘91 a soli 47 anni. Il padre di Ubaldesco non voleva che il figlio da giovane prendesse il porto d’armi, per un comprensibile timore che potesse capitargli un incidente. Invece lui arrivato a 26 anni fece di testa sua, e non solo prese quella licenza, ma subito cominciò a vincere le gare di tiro a volo dimostrando un incredibile talento. Ci vogliono mira, concentrazione e tempismo infatti per colpire il bersaglio in volo con il fucile, il cosiddetto piattello, da una certa distanza. L’occasione per riparlare della figura di quest’uomo tanto volitivo in competizione quanto amichevole e altruista nella sua vita privata, è la recente decisione dell’amministrazione comunale di Quarrata di intitolargli una strada nella frazione di Casini, dove è sempre vissuta la famiglia dei Baldi.

Sono la moglie Gabriella e la figlia Irene a far riaffiorare i ricordi di tanto tempo fa riguardando con nostalgia le vecchie foto e i ritagli di articoli di giornale, e a raccontare come sia stato vivere accanto ad un campione di una specialità così particolare: "Fin da bambina sono cresciuta andando con lui sui campi dove si allenava – dice Irene – a Montemurlo da Dindina o allo Sporting di Montecatini Terme. Poi quando arrivava l’estate e si andava al mare, per non perdere l’occasione di mantenersi in forma ci portava a Cecina, perché lì c’era un campo di tiro per allenarsi".

Nato nel 1944, Ubaldesco dopo il militare a Firenze nell’Aeronautica si era sposato con Gabriella, poi erano nati i due figli, Massimiliano e Irene. "Quasi subito cominciò a vincere le gare, prima quelle per dilettanti, e poi entrò nella Nazionale – racconta con emozione Gabriella – ha girato il mondo per partecipare alle competizioni, dove otteneva sempre ottimi risultati. Prima di finire la carriera, poté vantare anche una grande soddisfazione: nel 1977, a seguito dei successi riscossi alle Olimpiadi di Montreal ’76, il presidente della repubblica Giovanni Leone lo nominò Cavaliere della Repubblica per meriti sportivi, cosa che riempì di orgoglio lui e noi". Nei quindici anni di carriera sportiva, dal 1970 al 1985, Ubaldesco ha conquistato numerosi titoli italiani ed internazionali, tra i quali la medaglia di bronzo nel tiro al volo ai Giochi olimpici di Montreal del 1976, nella specialità fossa olimpica e la medaglia d’oro ai campionati mondiali del 1979 nella specialità fossa universale.

"Era un uomo particolare, aveva queste doti, la calma, la capacità di osservazione, il perfezionismo – aggiungono madre e figlia – non a caso poi si dedicò molto anche alla fotografia. Aveva addirittura creato in casa una vera camera oscura, dove lui sviluppava le sue foto". La passione per il suo sport, una volta lasciate le gare, si tradusse nel lavoro di rappresentante d’armi per la Beretta e per Perazzi.

"Purtroppo ci ha lasciati troppo presto – conclude la moglie Gabriella con un velo di tristezza nelle parole –. Ci consola però vedere che l’amministrazione comunale abbia pensato di rendergli omaggio con una strada che gli sarà dedicata proprio nella frazione di Casini, dove ha sempre vissuto, con la nostra famiglia. Grazie ai suoi meriti sportivi Ubaldesco è ancora vivo nel cuore di tanti nostri concittadini".

Daniela Gori