"Troppi cercano funghi da noi"

La maggioranza si mobilita e chiede la revisione delle norme: "Territorio invaso, adesso basta"

Troppi raccoglitori di funghi e così “Un’altra storia“, lista civica di maggioranza, lancia l’allarme. "Stop all’invasione, perchè Abetone Cutigliano è invasa dai cercatori dei funghi – fa sapere Andrea Tonarelli capogruppo di maggioranza in Comune e consigliere provinciale –. In questi giorni – rincara – si è riversata nei boschi una vera e propria ondata di cercatori di funghi che non sono sopportabili dal nostro territorio, per questo torniamo a chiedere con forza una modifica del quadro normativo sia a livello nazionale che regionale, che possa tutelare la montagna. Noi abbiamo già sollecitato in più occasioni la Regione in questo senso. Infatti, siamo profondamente d’accordo sulla opportunità delle giornate di chiusura, ma ribadiamo che non bastano più. Servono regole più severe sull’orario di accesso al bosco e sulle quantità di funghi raccolti. E servono maggiori controlli". Quindi il Consiglio comunale di Abetone Cutigliano dà mandato al sindaco e alla giunta di chiedere alcune modifiche alla legge regionale numero 16 del 1999 e al regolamento provinciale. La prima è di equiparare ai residenti i proprietari di seconde case. Di sancire il divieto assoluto di raccolta nella giornata di giovedì, mentre lunedì e venerdì saranno autorizzati solo i residenti. Autorizzati due ore in più i residenti, 75% dell’autorizzazione alla raccolta al Comune e 25% alla Regione, modifica delle tariffe a 15 euro il giornaliero, 70 per una settimana e 250 per un anno, la sanzione dovrebbe passare da un minimo di 100 euro a un massimo di 300. Il ricavato da destinare interamente all’ente sanzionatore.

Sono allo studio anche iniziative che l’amministrazione potrebbe realizzare in proprio, per esempio parcheggi a pagamento che possano generare utili da reinvestire in infrastrutture e miglioramenti della viabilità. Volendo analizzare il problema da punti di vista diversi, ma non banali, c’è da sostenere un costo ingente per recuperare cercatori infortunati o dispersi che, per essere riportati a casa, fanno intervenire decine di tecnici, esperti e volontari, con tanto di mezzi che, alla fine, un costo non indifferente lo producono. Diverso sarebbe se almeno a quelli che vanno recuperati per sbadataggine o cialtroneria, venissero addebitati i costi del salvataggio. L’esempio dell’infortunato con l’infradito è forse scontato, ma rende l’idea.

Fin qui gli appelli di Sast, Sagf, Cai e istituzioni non hanno dato i risultati sperati. Inoltre, da stime fatte in modo approssimativo perché impossibili da fare con precisione, nell’impossibilità di costruire dati precisi, quei raccoglitori che spendono una cifra di denaro, sia pur molto modesta, per esempio un panino e una bottiglietta d’acqua, sono circa la metà, l’altra non lascia nemmeno un euro, ma spazzatura e, talvolta, devastazione. Di controlli e sanzioni se ne sente parlare da tempo immemorabile ma, complice il poco personale a disposizione, i risultati sono modesti.

Andrea Nannini