Tornare alle radici di un paese. E dar voce al libro delle anime

Grande successo a Momigno del laboratorio del maestro d’arte Dario Longo con i bambini

Tornare alle radici di un paese. E dar voce al libro delle anime

Tutti i protagonisti del laboratorio artistico condotto dal maestro Dario Longo nel paese di Momigno Foto di. Marco Innocenti

Il libro delle anime del 1929 della parrocchia di Momigno è diventato, dopo quasi cento anni, la storia di quei duecento abitanti che furono censiti dal parroco di quel tempo ed è rivissuta attraverso l’arte e i bambini. E’ stato, questo, il risultato di una magnifica mattinata trascorsa nel piccolo paese di Marliana dove il maestro Dario Longo, domenica 18 agosto, ha condotto il laboratorio di "BenessereMarliana", nell’ambito dell’ampio programma promosso dal Comune di Marliana con il sostegno della Fondazione Caript. Il maestro Longo aveva trovato, qualche tempo fa, il libro delle anime della parrocchia di Momigno dove il parroco, don Cesare Toni, aveva censito i suoi duecento parrocchiani. Era il 1929. I libri delle anime sono, da sempre, preziosi archivi delle comunità e ne consentono la ricostruzione storica e delle famiglie.

Proprio da quel ritrovamento è nata l’idea del laboratorio che ha avuto una partecipazione corale della famiglia dell’artista, con la moglie Cristina nella veste di narratrice e la figlia Emma Longo, flautista di fama internazionale, che ha preparato le musiche con il fidanzato Samuele Di Federico. Matteo Capocasa ha aiutato il maestro Longo nella preparazione dell’evento e Miriam Donegà ha scritto la storia che è stata poi sapientemente letta da Cristina. Il maestro Longo, con il traforo, ha costruito duecento omini e a ognuno è stato dato il nome registrato quasi un secolo fa. Gli omini, stilizzati come quelli del calcio balilla, ma figure libere di muoversi nel tempo e nello spazio, sono stati colorati con le bombolette spray. Sono stati utilizzati soltanto due colori: il celeste e il verde, per richiamare il cielo e il bosco e le foglie di castagno, l’altro grande protagonista della mattinata, l’albero che, nei secoli, attraverso i suoi prelibati, dolcissimi e farinosi frutti, ha dato il pane e la vita alla gente di Montagna. La voce narrante ha raccontato di don Cesare, di quando, nel 1929, al suo primo giorno da parroco di Momigno, era preoccupato perchè doveva fare il censimento dei suoi parrocchiani. Così si appoggiò a un castagno centenario, l’albero che, da allora in poi, segnò lo scorrere del tempo nel paese, attraverso le sue foglie che cambiavano colore a ogni stagione.

Con le foglie di castagno sono stati decorati i personaggi e poi tutti i bambini, con quelle piccole anime di legno, hanno fatto il giro del paese raccontandone il nome e la storia. Infine si sono ritrovati alla fontanina di Momigno dove rimarrà, a ricordo di questa straordinaria mattinata, un’opera fissa del maestro Longo in fusione di alluminio.

Il messaggio del laboratorio è stato semplice e profondo: "Ripercorrere – ci ha detto Dario Longo – le storie, e le vite, e il tempo del paese per riappropriarsi delle proprie origini, come le radici dell’albero, e le stesse di don Cesare, e riconnettere passato e presente". Erano presenti il sindaco di Marliana Federico Bruschi, il vicesindaco Alessandro Mungai e l’assessore Laura Giovannelli. La mattinata rivive tutta negli splendidi scatti di un eccellente fotografo pistoiese, Marco Innocenti.

lucia agati