REDAZIONE PISTOIA

Nasce Ager Oliva, la start up che recupera e dà in adozione gli ulivi abbandonati

L'ideatore Dami: "In Toscana milioni di piante in stato di abbandono: con questo progetto vogliamo restituire bellezza ai paesaggi che tutto il mondo c'invidia"

Tommaso Dami, l'ideatore di Ageroliva

Pistoia, 19 marzo 2021 - Un regalo che sa di Toscana, di ritorno alla terra anche quando tornare alla terra non si può perché la vita ci vuole altrove; che ha l’odore della natura e il sapore di prodotti buoni e genuini. Che oltre ad essere un regalo per chi lo acquista, lo è anche per l’ambiente: perché una delle dichiarate missioni di Ager Oliva, neonata start up pistoiese, c’è proprio quella di restituire vita al patrimonio agricolo e paesaggistico toscano oggi abbandonato. L’idea è tanto semplice quanto vincente: scegli quale pianta d’ulivo adottare dalla lista disponibile che ti indica dove la pianta si trova e che numerazione ha; quella pianta da quel momento prenderà il tuo nome, potrai andare a visitarla quando vorrai e in autunno, in tempi di raccolta e frangitura, riceverai due litri d’olio d’oliva toscano biologico e biodinamico spremuto anche dai frutti della tua pianta. Le carte per essere un’idea di successo Ager Oliva (www.ageroliva.it) ce le ha tutte e sono in primis legate ai concetti di Toscana, oro verde e dinamismo come solo le trovate giovani sanno avere. Il progetto ha già decine di sostenitori pur essendo nato da qualche mese, a riprova che Tommaso Dami, 30 anni, mente di Ager Oliva, ha colto nel segno.

“In realtà sono laureato in Economia – racconta -, ma da tempo ho il pallino per l’agricoltura che ho approfondito anche in sede di tesi di laurea. Sei anni dopo quel traguardo ecco nascere questa start up ad alto impatto sociale, agricolo e ambientale. Secondo una stima di Coldiretti di qualche anno fa sono quattro milioni le piante d’ulivo abbandonate in Toscana; a livello di ente Regione non esiste un censimento in questo senso: noi ci poniamo comunque l’obiettivo possibile per questo 2021 di salvare 1.300 ulivi abbandonati recuperando e riportando in produzione una superficie agricola di 4,5 ettari”. Tempi sempre più risicati, lo spostamento del lavoro verso la città, il mancato ricambio generazionale alla guida delle aziende agricole: sono queste secondo Dami alcune delle ragioni che hanno portato all’abbandono dei terreni. “Al momento abbiamo individuato una serie di terreni abbandonati in tutta la Toscana, alcuni li stiamo gestendo noi mentre altri li gestiremo quando la domanda andrà aumentando. È ovvio che questo per me è lavoro, ma benzina importante che muove il progetto è in primis il desiderio forte di recuperare paesaggi in stato di abbandono contribuendo a restituire ai nostri paesaggi la bellezza che li rende famosi in tutto il mondo”.

linda meoni