Sciopero dei prof: scuole bloccate "Spariti cinquanta posti in due anni"

Lunedì prevista un’alta adesione in provincia alla mobilitazione, che riguarda anche il personale Ata. I dirigenti hanno già inviato le lettere alle famiglie. Centinaia di ragazzi dovranno restare a casa

Saranno decine le classi che resteranno a casa il prossimo lunedì a causa dello sciopero indetto da tutte le sigle sindacali, quindi centinaia di studenti. Sembra decisamente massiccia anche a Pistoia, infatti, l’adesione di insegnanti e personale Ata di ogni ordine di scuola, tanto che, i presidi pistoiesi, in questi giorni, stanno già inviando lettere ai genitori per comunicare che le lezioni saranno sospese. Le famiglie, dunque, dovranno organizzarsi per tempo in vista dello stop alle lezioni.

A muovere i sindacati diverse criticità. La Flc Cgil, Cisl scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda Unams chiedono al governo, in particolare "lo stralcio completo delle disposizioni di legge che incidono sulla libera contrattazione, l’individuazione di risorse finanziarie adeguate a procedere al rinnovo contrattuale e la stabilizzazione del personale precario che viene enormemente penalizzato dalle nuove regole".

Tutto insomma si concentra sull’ultimo decreto legge che riguarda il reclutamento e la formazione. In pratica, secondo i sindacati, le nuove disposizioni "aumentano di fatto i posti vacanti e non favoriscono il processo di reclutamento per diventare insegnante di ruolo, con un allungamento dei tempi che penalizza ulteriormente lo scarso organico attualmente in forze al mondo scuola". A Pistoia qualche giorno fa è stata proprio la Flc Cgil a spiegare quali sono i problemi.

"Da alcuni anni copriamo alcune carenze sulla provincia di Prato, sulla scuola dell’infanzia e primaria, dovute a calcoli sbagliati, ma per i quali la nostra provincia è chiamata a dare il contributo più pesante: basti pensare che le cattedre che cediamo saranno 10 – ha tuonato Lucia Bagnoli –. Un progressivo disinvestimento sul settore istruzione che non tiene conto dell’importanza della formazione. I docenti, infatti, sarebbero stati dichiarati soprannumerari dalle proprie scuole di titolarità. La comunicazione sarebbe arrivata tramite una lettera indirizzata ai singoli docenti senza che fossero forniti, tuttavia, i dati relativi all’organico provinciale. Una situazione inconcepibile e ancor più grave, se considerato il fatto che il personale, per evitare il trasferimento d’ufficio, dovrà scegliere le sedi senza avere un quadro dell’organico di diritto. Il calo demografico è evidente, tuttavia non giustifica un tale taglio dei dipendenti, soprattutto in un settore, quale quello scolastico, che già negli ultimi due anni ha subito un decremento di circa 50 posti di docenti, fra tutti gli ordini e gradi. Ancora una volta la scuola, che dovrebbe essere uno degli ambiti in cui investire maggiormente, perché è il luogo in cui vengono formati i cittadini di domani, è invece considerata un mero dispendio di fondi, per cui invece di pensare a migliorare la qualità dell’offerta formativa scolastica".

I sindacati denunciano poi che l’organico aggiuntivo "che in questi anni è stato indispensabile per garantire igienizzazione, sorveglianza e supporto agli studenti (soprattutto quelli più piccoli) non sarà più rifinanziato". Quindi il prossimo settembre non sarà più in servizio nemmeno nelle scuole della provincia. "Già ora i dirigenti scolastici denunciano che non sapranno come fare a garantire l’apertura e l’ordinaria gestione", rincarano la dose i rappresentanti dei lavoratori della scuola.

Michela Monti