Proseguono le ricerche dell’aereo scomparso nella giornata di sabato

Squadre di soccorso al lavoro senza sosta sui nostri appennini con l’ausilio di ogni mezzo

Lo spiegamento di forze è imponente, l’utilizzo della tecnologia è portato ai massimi livelli. Si usano droni, quad cingolati e apparecchiature Gps per rintracciare l’areo monomotore da turismo decollato sabato mattina da Reggio Emilia e disperso sui nostri appennini, tra i monti vicino al paese di Pievepelago, a pochi chilometri dal confine tosco–emiliano. Ma non ci sono ancora tracce del piccolo velivolo che era guidato da Ivano Montanari, 61 anni, reggiano, che sabato mattina, alle 11,39 aveva mandato l’ultimo inquietante messaggio: "Torno indietro, c’è brutto tempo". E forse è stato proprio il maltempo, probabilmente la scarsa visibilità, a causare la caduta dell’ultraleggero, con le speranze di trovare vivo il pilota ormai del tutto azzerate. Non è facile l’operazione di recupero del piccolo aereo bianco, su terreni coperti dalla neve. Ad indirizzare i soccorritori è anche un testimone oculare di Sant’Annapelago che prima di mezzogiorno avrebbe visto l’ultraleggero volare basso verso il monte Albano tra Pieve e la Toscana. Un’indicazione che potrebbe restringere l’area di ricerca. Lo sforzo compiuto dalle squadre operative è massimo: le ricerche non sono state fermate nemmeno di notte, con i militari in volo con visori notturni e i vigili del fuoco (20 persone in tutto tra squadre di terra ed elicotteristi) che hanno azionato i droni. Impiegati anche gli elicotteri di Guardia di finanza e polizia. Le squadre si muovono su quad cingolati nel caso di sentieri, o con strumenti da scialpinismo, come le ciaspole, nelle zone più difficili.

Roberto Grimaldi