Le razzie nei vivai non si fermano "Non bastano recinti o telecamere"

La voce di Zelari, imprenditore e presidente di Confagricoltura Pistoia: "L’unica arma è denunciare". L’ultimo caso nell’azienda Stefano Agostini di Piuvica. E ora la stagione consente la ripiantumazione

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"I furti sono una vera piaga del settore che si ripete puntualmente ogni inverno e contro la quale abbiamo poche armi a disposizione per difenderci". A parlare è Andrea Zelari, presidente di Confagricoltura Pistoia e noto vivaista del distretto ornamentale pistoiese. Sono stati diversi i colpi messi a segno dai ladri nei vivai pistoiesi, l’ultimo risale a una mancita di giorni fa, nella Vivai Stefano Agostini a Piuvica, dove sono state estirpate 3500 piantine di acero giapponese. Poche settimane prima altre cinquemila piantine di acero erano state trafugate da un vivaio a Ramini, di Giacomo Giacomelli, socio di Confagricoltura.

"Come associazione di categoria riceviamo segnalazioni che in questo periodo si fanno sempre più frequenti – sottolinea Zelari –. Sappiamo bene che si tratta di un problema difficile da risolvere, ma tutte le associazioni del settore hanno chiesto all’unisono più controlli da parte delle forze dell’ordine". Per le autorità, purtroppo, in questi casi fare accertamenti fino a riuscire a individuare la refurtiva e i colpevoli è alquanto difficile.

"Questo perché i ladri sono quasi certamente persone del settore, sono ‘professionisti’ che sanno quali sono le piante che hanno maggior valore e sono richieste sul mercato in un dato momento e sanno che in inverno le piante sono a riposo, non vegetano, per cui l’estirpazione e la ripiantumazione non causa la morte della pianta in questione – spiega il presidente di Confagricoltura Pistoia –. Se l’estirpazione avvenisse in primavera, mentre la pianta sta crescendo, mettendo su le foglie e aumentando le radici, rischierebbe di morire. In questa stagione invece i furti sono quasi all’ordine del giorno. Nel mirino dei ladri finiscono piante come piccoli cipressi e aceri, che una volta sradicati dal terreno occupano pochissimo posto. Ne possono entrare a centinaia nel bagagliaio di un auto e decine di migliaia su un camion. Per i ladri è quindi facile passare inosservati". E per i vivaisti riuscire a difendersi in qualche modo da queste razzie di piante è complicato.

"I vivai e i terreni coltivati occupano ettari ed ettari di terra – sottolinea Zelari –, recintarli potrebbe essere utile ma riuscire a circoscrivere e impedire l’accesso a campi sterminati di piante diventa impossibile. Come lo è piazzare telecamere di videosorveglianza che inquadrino qualsiasi terreno o strada di ingresso che conduca ai vivai. I costi per la sicurezza rischiano di diventare talmente alti da diventare insostenibili".

Un problema annoso dunque che, vista la stagione invernale, si trova al proprio apice. "L’unica arma che abbiamo a disposizione è la denuncia alle forze dell’ordine. Inoltre, per le aziende, è sempre bene controllare il più possibile l’origine delle piante acquistate", conclude il presidente di Confagricoltura Pistoia.

Samantha Ferri