"Direi che l’iter sta andando avanti secondo la tabella di marcia. Contiamo di andare a gara la prossima settimana e di far sì che fra la fine di gennaio e i primi giorni di febbraio possano partire i lavori. Ci concentreremo sul primo lotto, quello principale, che garantirà la riapertura". Lo ha fatto presente il sindaco Gabriele Romiti, dettando i tempi dell’operazione che culminerà con la riapertura al traffico di via di Lucciano, una delle due vie chiuse a seguito dell’alluvione del 2 novembre dello scorso anno. Nell’ultima seduta del consiglio comunale, svoltasi lo scorso 28 ottobre, il consiglio ha approvato la proposta di deliberazione che riguardava la ratifica della Conferenza dei Servizi, gli espropri di pubblica utilità da attuare e l’approvazione del primo lotto dei lavori, ammontante a 750mila euro.
L’idea di base, stando a quanto si evince dal progetto di fattibilità relativo all’operazione che sarà effettuata in corrispondenza del Fosso di Lucciano (in località Silvione) è infatti quella di scomporre il maxi-intervento in tre lotti nell’ambito di un quadro economico complessivo di un milione e mezzo circa: detto del primo, c’è un secondo lotto da 285mila ed un terzo da 475mila euro. Anche perché sarà contestualmente necessario provvedere alla posa, al collaudo di una nuova tubazione per il ripristino della rete gas-metano posta lungo la via di Lucciano (per un incarico che il Comune ha già affidato da tempo). Stando a quanto si apprende, per riaprire la strada sarà sufficiente completare il primo dei tre interventi (con gli altri che potranno essere completati successivamente).
Il termine del bando di gara del primo lotto sarà fissato indicativamente per il 20 dicembre prossimo, con il cantiere che dovrebbe partire più o meno a fine gennaio 2025. Il tempo necessario per completare la prima opera è stato quantificato in novanta giorni di lavoro, anche se bisognerà tenere conto anche del meteo: nella migliore delle ipotesi, via di Lucciano dovrebbe essere riaperta entro il prossimo giugno. Per suturare così a tutti gli effetti una ferita inferta dal maltempo al territorio poco più di un anno fa, che nessuno ha dimenticato.
Giovanni Fiorentino