Boccia al "Pacini" per parlare di mafia

Il sostituto procuratore della Repubblica del tribunale di Pistoia ha introdotto una partecipata assemblea studentesca

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Il fatto che non se ne parli ogni giorno non significa che non esista. Tutt’altro: perché la mafia, purtroppo, è tutto fuorché estinta. Il messaggio arriva forte e chiaro alle orecchie di chi in questa lotta è inconsapevolmente in prima linea, i giovani, nell’ambito della recente assemblea studentesca dell’Istituto Pacini a cui le classi hanno partecipato attraverso collegamento in videoconferenza. I rappresentanti degli studenti hanno proposto all’assemblea la visione del film "I cento passi" di Marco Tullio Giordana che narra la vicenda umana e politica del giornalista e attivista politico Peppino Impastato. Il magistrato Luigi Boccia, sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Pistoia, a inizio di carriera attivo in Sicilia, è stato invitato a introdurre l’argomento. "Per la nostra scuola è stato un privilegio e un onore ospitare il magistrato Luigi Boccia – ha affermato ad inizio dei lavori la preside Marzia Andreoni – sia per quanto sta facendo a Pistoia, sia per il suo lavoro alla procura di Marsala, dove ha potuto toccare con mano il peso delle tematiche al centro dell’attenzione dell’assemblea degli studenti".

Il dottor Boccia si è complimentato con i ragazzi che hanno voluto affrontare una tematica così significativa e per la scelta del film, ricordando che proprio con l’omicidio di Peppino Impastato, alla fine degli anni ‘70, hanno inizio una serie di delitti di mafia che culmineranno con la strage di Capaci, in cui persero la vita Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, anche lei magistrato, e gli agenti della scorta, e con l’omicidio del giudice Borsellino. "Parlare di mafia e denunciare gli atti della criminalità organizzata negli anni in cui opera Impastato – ha ricordato Boccia – non era cosa scontata. L’esistenza del fenomeno mafioso era negata da più parti, tanto che la morte di Impastato solo molti anni dopo è stata considerata un delitto di mafia, per il quale fu condannato il boss di Cinisi Tano Badalamenti". Il magistrato ha poi ricordato le considerazioni di Falcone, secondo il quale insieme alla lotta alla organizzazione mafiosa è necessario combattere la mentalità che ne è alla base. "Non lasciate che questa sia una giornata come tutte le altre – ha affermato con forza –. Portatevi a casa qualcosa, ricordando che persone come Impastato o come i giudici Falcone e Borsellino erano all’inizio isolate e lo Stato non era sempre accanto a loro nella lotta al fenomeno mafioso". Il magistrato ha quindi invitato i ragazzi a partecipare alla manifestazione che si terrà a Pistoia il 4 aprile quando verrà ricordata la strage di Capaci intorno alla teca che custodisce le lamiere accartocciate della Quarto Savona Quindici, nome in codice dell’auto della scorta di Giovanni Falcone, nella quale morirono Rocco Di Cillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani. "Volevamo sensibilizzare i ragazzi – dichiara il rappresentante degli studenti Alessio Mungai – su un tema che rimane di vitale importanza ai fini della convivenza civile, perché la mafia è un male ancora radicato nel nostro paese".