Banche troppo grandi, addio servizi "E meno soldi a famiglie e imprese"

La denuncia Cgil: "In montagna i problemi maggiori. Da record la differenza tra aumento depositi e riduzione prestiti"

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Chiudono le filiali delle banche, si moltiplicano gli esuberi di lavoratori e contemporaneamente si assiste al crollo dei finanziamenti ai sistemi economici locali a mano a mano che le direzioni degli istituti si allontanano dai territori. A questo si aggiungono intere aree, anche nella nostra provincia, senza nemmeno un bancomat. È la denuncia di Fisac Cgil, il sindacato dei bancari, emersa nel corso del convegno "Gigantismo bancario e sistemi economici locali", che Fisac Toscana ha organizzato nella sala maggiore del palazzo comunale.

"La concentrazione in due, tre grandi oligopoli bancari-assicurativi – ha evidenziato Daniele Quiriconi, segretario generale Fisac-Cgil Toscana – presenta esuberi e mobilità di personale, ma anche riduzione della concorrenza e abbandono di intere aree interne, con tantissimi comuni della Toscana senza più una banca. Allo stesso tempo, da una nostra ricerca vediamo che c’è una riduzione del credito a famiglie e imprese". Sul piano piano più strettamente locale è intervenuto il segretario provinciale della Cgil, Daniele Gioffredi: "A Pistoia – ha detto – abbiamo il più alto gap in Toscana (65%) tra aumento dei depositi e riduzione dei prestiti. Questo nonostante che a fine 2020 i depositi fossero oltre 7 miliardi di euro. La nostra provincia è ulteriormente penalizzata, con un 30% in meno di finanziamenti (periodo 2014-2019) alle micro imprese". Si è parlato anche di home banking e tabaccherie. "In città è facile – ha detto Quiriconi –, ma in montagna spesso manca anche la tabaccheria". Al convegno è intervenuto anche il governatore Giani, che ha espresso preoccupazione per gli effetti causati dal fenomeno del gigantismo bancario. E ha aggiunto: "Mps è considerato come un carrozzone che deve essere per forza venduto. Ma venduto a chi?".