Tano, magia e illusione. E’ un pari amaro

I nerazzurri rimontano con il Como e passano in vantaggio nel finale con Masucci. Poi sono raggiunti all’ultimo minuto di recupero

Migration

di Saverio Bargagna

Partire da ciò che sarebbe potuto essere è emotivamente più facile e, forse, sarebbe perfino più sincero. Tuttavia, sforzandosi di garantire un senso logico al pareggio di Como – a mente più fredda –, si può arrivare a sostenere che il risultato sia, tutto sommato, giusto. A fronte di una fase offensiva per larghi tratti frizzante, il Pisa commette troppi errori nelle retrovie e ciò penalizza i nerazzurri nel computo complessivo. Il fatto che il gol del 2-2 lariano sia giunto negli ultimi secondi di recupero del match aumenta esponenzialmente la quota del rammarico, ma non cambia la lettura complessiva: il pari (amarissimo) purtroppo ci sta. Risultato giusto alla luce di un primo tempo dove il Como, complice un Fabregas che gioca sontuosamente seppur da fermo, si fa preferire. I lombardi trovano il vantaggio con Cutrone poi pescano la carta ‘match point’, ma Nicolas para il rigore calciato da Cerri facendo restare a galla la compagine di D’Angelo. Nel finale di tempo Tramoni sigla l’1-1 sfruttando una indecisione del portiere Ghidotti e rimettendo tutto in discussione. Nella ripresa, il match ne esce spezzettato e "bruttino" complice un equilibrio quasi perfetto. Nel finale, come spesso accade, quando le forze vengono a calare e le gabbie tattiche si sgretolano, si accendono le scintille. Masucci, appena entrato, sigla un eurogol a pochi minuti dal termine. Il Como reagisce e raggiungere il pareggio a pochi istanti dallo scadere.

Al netto della cronaca emergono alcune considerazioni. In primis l’importante recupero di Nicolas in porta: il portiere brasiliano mostra sicurezza nelle uscite ed è decisivo tanto sul rigore, quanto su una velenosa deviazione dal limite. Come dire, il Pisa pare riaver ritrovato – al netto delle dichiarazioni che parlano di un costante ballottaggio con Livieri – il suo numero uno. Al contrario la fase difensiva, senza Barba squalificato, perde gran parte delle proprie certezze. Male sul primo gol dove le scelte (soprattutto di Marin) risultano sbagliate. Malissimo sul gol all’ultimo tuffo di testa con un Hermannsson in ritardo. Il ritorno di Barba – e magari anche il recupero graduale di Caracciolo, ieri in panchina – alzeranno sicuramente il rendimento complessivo. La fase offensiva, invece, si è dimostra ancora una volta efficace. Il debutto di Moreo, per altro, offre a D’Angelo possibilità in più, soprattutto contro squadre più chiuse. Da capire, inoltre, se l’intensione del tecnico sia proprio quella di andare verso il 4-3-2-1 al 4-3-1-2 con la doppia punta stabilmente in campo. In questo caso sarebbe ancora più chiaro il sacrificio – ormai certo – di Sibilli sul mercato. Spiace, invece, notare il momento non proprio brillante di Gliozzi che ha perso parte della sua verve iniziale. Buone, invece, le indicazioni da Tramoni.

Alla luce di tutto questo il Pisa resta ancora in piena zona playoff a nove punti dal Genoa, prossimo avversario nerazzurro. Un match dall’immenso fascino il cui pensiero, al termine del match di Como, lenisce un po’ la delusione per la mancata vittoria.