MICHELE BUFALINO
Sport

"Puscas già da giovane faceva sfraceli"

Cresciuto fra Romania e Ungheria, il nostro viaggio alle origini dell’attaccante nerazzurro: "Mancini lo fece esordire in A: a Pisa si esalta"

di Michele Bufalino

Il nerazzurro nel destino come tratto distintivo di una nuova vita tutta italiana. George Puscas, 26 anni, è il nuovo riferimento dell’attacco nerazzurro. In sole 15 partite, grazie ai suoi 7 gol, si è preso il reparto offensivo e il gruppo nerazzurro. Di umili origini, il suo nome in rumeno significa "contadino" e suo padre, nel piccolo paese di Marghita, dove l’attaccante del Pisa è nato, effettivamente coltiva un giardino, punto di riferimento dell’infanzia del giocatore. Proprio il padre lo convinse a laurearsi in Economia, per inseguire una carriera al di fuori del calcio, una volta appese le scarpette al chiodo. Puscas ha un cognome ingombrante, perché ricorda, con una ‘k’ di differenza, quello di Ferenc Puskas, fuoriclasse ungherese che ha fatto la storia della nazionalità magiara. Il calciatore nerazzurro è cresciuto calcisticamente proprio al confine con l’Ungheria, al Liberty Oradea di Salonta ed è lì che l’Inter lo ha scovato. A raccontare la storia è l’ex giocatore del Pisa Raffaele Quaranta, già nella scuderia degli osservatori della società milanese. "Puscas è stato una scoperta di Pierluigi Casiraghi, capo degli scout dell’Inter, che lo monitorava da tempo - racconta Quaranta -. Lo colpì il suo carattere forte e ambizioso, aveva il fuoco dentro. Ottenuto il benestare di Piero Ausilio, il ragazzo approda a Milano dove viene inserito nella squadra Primavera, facendo sfracelli e lasciando il segno".

Non ci volle molto perché Puscas attirasse le attenzioni dello staff della prima squadra, dopo aver segnato 11 reti in una manciata di partite con le giovanili. "Nel corso della stagione 2014-15 - prosegue Quaranta -, fu convocato spesso in prima squadra, trovandosi a contatto con Icardi, Palacio e Osvaldo. Mancini, grande scopritore di talenti, lo fece anche esordire in prima squadra e da giovanissimo ottenne ben 4 presenze in Serie A". Il giocatore, di prospettiva, non era ancora pronto per la prima squadra, ma l’Inter credeva in lui e iniziò a fargli fare le ossa mandandolo in prestito. A Bari in Serie B non convinse più di tanto nella stagione successiva, ma fu nel 2016-2017 a riscattarsi.

"A Benevento ricordo che fece pochissimi gol e giocò meno della metà delle partite di quel campionato - racconta Quaranta -. I sanniti però approdarono ai playoff e lì scattò qualcosa nella testa del calciatore, che si rivelò determinante per la prima storica promozione in Serie A dei giallorossi, segnando 3 gol in 4 partite". L’ex calciatore del Pisa suggerisce che l’attaccante rumeno possa seguire un destino simile anche con i nerazzurri: "Puscas è uno di quei giocatori che si esaltano quando trovano le condizioni favorevoli a esprimersi al meglio - precisa Quaranta -. Al Reading, all’inizio di questa stagione, non sentiva la fiducia dell’ambiente, ma cambiando aria a Pisa ha trovato terreno fertile. Potrebbe essere determinante per il finale di stagione, specialmente in un ambiente come quello pisano che ti entra dentro come una seconda pelle".

Quaranta, pugliese di nascita, di Poggiardo, proprio nella provincia leccese, coglie l’occasione anche per presentare il match di lunedì prossimo: "Il Lecce domenica ha sprecato una grossa occasione contro la Reggina - analizza Quaranta -. Se il Pisa vincesse lo scavalcherebbe in classifica e i nerazzurri in trasferta sono duri da affrontare. Una vittoria per D’Angelo cambierebbe tutto, ma credo che l’ansia da prestazione questa volta sarà tutta per il Lecce che non può permettersi di perdere".