Offese sui social a Torregrossa del Pisa: il caso di Pisa

La violenza verbale nei confronti di Ernesto Torregrossa, calciatore del Pisa, è un esempio della becera violenza dei social network. La società nerazzurra ha prontamente rimosso i commenti, ma la situazione è stata monitorata anche dall'AIC, con 115 casi censiti in 2 anni.



Offese sui social a Torregrossa del Pisa: il caso di Pisa
Offese sui social a Torregrossa del Pisa: il caso di Pisa

"Torregrossa ci arriva a sabato?". "Perché, gioca sempre nel Pisa?". "Tanto gioca 30 minuti e si fa male". "L’ho visto io, ha tirato su la borsa e si è strappato". Sono soltanto alcuni degli esempi della violenza becera dei social network contro il calciatore del Pisa Ernesto Torregrossa, ’colpevole’ di essere stato infortunato a lungo nell’ultimo anno e mezzo. Il giocatore da qualche giorno è tornato ad allenarsi con i compagni, in preparazione alla sfida di sabato contro la Feralpisalò, ma questo non ha impedito ai "leoni da tastiera" di andare a commentare, proprio sotto al post della pagina ufficiale del Pisa Sporting Club che ritraeva il numero 10 nerazzurro a San Piero a Grado, canzonandolo invece di sostenerlo nel suo percorso di recupero dall’ultimo infortunio muscolare che lo ha tenuto fuori dal campo per quasi tutto il mese di settembre.

"Ritirati e fai il modello", scrivono i maligni. Un andazzo che va avanti da settimane non solo sulla pagina social ufficiale nerazzurra, che ha prontamente rimosso i commenti, ma anche sui gruppi di discussione Facebook, Telegram e Instagram, dedicati ai colori del Pisa. In molti hanno anche e soprattutto sostenuto il calciatore, negli unici commenti che la società nerazzurra ha lasciato su Facebook. Come Lorenzo Trinci: "Ma quelli che prendono in giro un giocatore che sta vivendo da un po’ di tempo una situazione di disagio a causa di ripetuti infortuni, di non ha colpe, non si vergognano neanche un po’?".

Ormai le offese nel calcio sono sempre più diffuse e non si tratta di casi isolati, ma di situazioni che sono state anche monitorate dalla stessa Associazione Italiana Calciatori (Aic), il sindacato dei calciatori. Secondo un report infatti, nel quale sono stati censiti violenze, intimidazioni e minacce sui social e non solo, sono emersi numeri importanti negli ultimi 2 anni, con oltre 115 casi, di cui il 63% in Serie A tra i professionisti e il resto nei campionati dilettantistici. Un caso su 10 si verifica nei campionati giovanili, mentre non ci sono grandi differenze in ambito geografico tra Nord, Centro e Sud-Isole.

Michele Bufalino

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