
Se un giocatore non deve essere giudicato da come calcia un rigore, un portiere non deve essere affossato per un errore commesso nell’arco di una stagione intera. È il caso di Nicolas, che nella penultima giornata di campionato è stato, suo malgrado, protagonista di una "paperissima" che ha spalancato le porte al pareggio del Cosenza. Dalla maggioranza del tifo nerazzurro – fortunatamente – sono arrivati un abbraccio virtuale e parole di conforto: perché non era giusto gettare la croce addosso a un portiere che, a tutti gli effetti, di errori da matita rossa ne ha commessi soltanto due in 38 turni di campionato. Finendo, invece, molto più frequentemente nella lista degli "eroi" delle partite vinte. In fin dei conti l’estremo difensore brasiliano è in buona compagnia in quanto a errori individuali: soltanto nell’ultimo periodo sono salite agli onori della cronaca le topiche commesse da Gigio Donnarumma con il Paris Saint-German, Ionut Radu con la maglia dell’Inter, Alex Meret nella sconfitta del suo Napoli a Empoli. Questi tre portieri, ben più titolati dell’estremo difensore dello Sporting Club, sono incappati in quello che ormai è lo scivolone più frequente per i numeri 1 contemporanei: gestione approssimativa della palla con i piedi e conseguente gol subito. Nicolas ha vissuto anche questa esperienza: nel girone d’andata, contro il Pordenone, una valutazione sbagliata del retropassaggio ricevuto da Caracciolo favorì il pareggio degli avversari.
Il bilancio. Numeri, "miracoli" e "papere" alla mano, però, il conto degli interventi di Nicolas resta ampiamente in attivo. A pesare sulla classifica nella volata verso la promozione diretta in A è stato, purtroppo il peso specifico degli unici due errori commessi. Perché gli svarioni contro il Cosenza e il Pordenone hanno privato il Pisa di 4 punti che sarebbero stati decisivi. Ma il torneo del numero 1 verdeoro è costellato di tanti altri interventi determinanti. Il primo, che ha salvato il successo contro la Spal nella prima giornata, è quello realizzato su Murgia. Nel conto ci sono anche le due parate che hanno blindato il punto conquistato a Parma lo scorso settembre, e il volo plastico a togliere dall’incrocio dei pali il bolide di Ionita nella vittoria casalinga contro il Benevento. Infine, qualche settimana fa, i riflessi felini sul colpo di testa a botta sicura di Ayé che hanno cristallizzato il pareggio con il Brescia. Senza dimenticare la spinta positiva inferta all’inerzia del match con il rigore parato a Zanimacchia, nel big match contro la Cremonese terminato poi con un rotondo 3-0. E adesso i playoff: gare decisive in cui potrà tornare a indossare il mantello del supereroe per proteggere la porta nerazzurra.
M.A.