L’equivoco e le apnee

Solito sul banco degli imputati tanto quanto il reparto offensivo, il centrocampo del Pisa è rimasto nel guardo – in particolare nelle ultime settimane – di un grande equivoco. Le critiche puntano il dito contro una sezione che non riesce a imbastire una reale ed efficace manovra. Ma la questione, oggettivamente, non può e non deve sorprenderci dal momento che il gioco del Pisa gravita appositamente lungo simili coordinate: intensità, recupero del pallone, ripartenza veloce e poco palleggio. Al netto quindi di una scelta strategica fatta a priori – che di conseguenza non può essere imputata ai singoli calciatori – sta di fatto che, proprio come lo scorso anno, la linea mediana è giunta alla fase finale della stagione in completa apnea. Responsabilità, se così vogliamo dirla, di un mercato di gennaio che in questo reparto non ha garantito alcuna reale alternativa ai titolari. Gargiulo è entrato pochissimo nelle rotazioni (ha giocato il 38% dei minuti disponibili), il giovane Zuelli ancor meno. Con l’infortunio di Touré – certamente il più positivo nel contesto (con all’attivo anche 3 gol e due assist, per altro) – le alternative a Marin (foto) e Nagy si sono azzerate finendo per massacrare il rumeno e l’ungherese. Un dispendio di energie che ha fatto calare il rendimento dei due centrocampisti oggetto di un finale di stagione più complesso e con qualche errore singolo dettato anche dalla stanchezza. Ma se il mercato di gennaio non ha offerto reali alternative (grave pecca), bisogna dire che anche le soluzioni interne non hanno dato opportuna linfa. Mastinu continua a rimanere nel limbo dei rincalzi senza mai riuscire a trovare continuità e spunto e De Vitis è frenato dai costanti infortuni che lo tengono fuori troppo a lungo. La coperta – attraverso le ripide montagne del campionato – è diventata quindi via via sempre più corta lasciando il Pisa senza fiato proprio nel momento culminante della stagione.

Saverio Bargagna

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