
L'attaccante Lorenzo Lucca
Pisa, 17 ottobre 2021 - La qualità non si costruisce dall'oggi al domani. E quando la si ha, sprecarla rischia di essere un peccato imperdonabile. Perché dal punto di vista tattico, e dell'intensità, pure senza i nazionali anche a Crotone, il Pisa ha fatto la “sua” partita, quella per intendersi a cui ha abituato la tifoseria non solo in questa prima parte di stagione ma anche per ampi tratti delle due precedenti in cadetteria. Aggressività fin nella trequarti avversaria, intensità e anche tante conclusioni. Il marchio di fabbrica delle squadre di D'Angelo, insomma, lo si è visto, e anche in modo nitido, pure allo “Scida”. Anche, in fase di finalizzazione, il Pisa ha prodotto tantissimo. Sicuramente anche per l'obbligo di dover rincorrere per novanta minuti. Resta il fatto che i nerazzurri sono arrivati alla conclusione ben 20 volte, record stagionale. Insomma non è che con Lucca in campo solo per mezzora il Pisa non sia riuscito ad arrivare al tiro. Tutt'altro. Il nodo, però, è la qualità delle giocate che, che in fase di finalizzazione, significa soprattutto capacità di vedere la porta. Perché quando la qualità la si lascia in panchina per oltre due terzi di partita, il dazio da pagare può essere salato: il Pisa, infatti, ha centrato il bersaglio solo in 6 occasioni, ossia il 30% delle volte. In questa stagione i nerazzurri hanno fatto peggio solo alla prima giornata con la Spal (18,2%) e a Parma (20%), in una trasferta contro un avversario di caratura ben diversa rispetto al Crotone di ieri.
I tiri subiti, invece, sono stati dieci, meno di quelli concessi alla Reggina (14) e quasi la metà di quelli di Parma (18). La differenza, però, è che il Crotone è riuscito a centrare la porta di Nicolas con una facilità quasi mai vista prima in questa stagione: Mulattieri e soci, infatti, sono andati a bersaglio il 40% delle volte. Soltanto alla prima giornata con la Spal (46,2%) i nerazzurri avevano fatto peggio. Probabilmente c'entra anche un deficit di cattiveria se è vero che i contrasti vinti, dai 17 contro la Reggina (ma anche i 12 di Parma), sono precipitati ad appena tre.
La qualità, però, è mancata, e tanto, pure in mezzo al campo dove si è sentita moltissimo l'assenza (per 65 minuti) di Nagy ma anche quella di Gucher, due degli elementi di maggiore esperienza e personalità. I numeri al riguardo sono eloquenti. Contro il Crotone la mediana nerazzurra ha giocato 78 palloni, oltre un terzo in meno (37,6%), rispetto alla media delle precedenti tre gare con Reggina, Parma e Monza in cui l'ungherese era sceso in campo dal primo minuto. Già questa sarebbe una spiegazione sia pure parziale, ma il quadro diventa ancora più chiaro se si prendono in considerazione le giocate andate andate a buon fine: con Nagy in campo solo nell'ultima mezzora, a Crotone sono state 53, quasi la metà rispetto alla media di 102 delle tre partite precedenti in cui il play-maker dell'Ungheria era sceso in campo dal primo minuto.