
Il Pisa non poteva dire "no" al Venezuela
di Michele Bufalino
Prestigio, visibilità internazionale, ma anche oneri e spesso, un velato fastidio che nel mondo del calcio viene ammesso solo attraverso giri di parole, quando si tratta di convocazioni in nazionale e amichevoli. Ieri anche la Romania ha ufficializzato le proprie convocazioni per la tornata di gare contro Andorra e Bielorussia, valevoli entrambi per le qualificazioni agli Europei 2024, chiamando tutti e tre i rumeni nerazzurri Adrian Rus, Olimpiu Morutan e Marius Marin che vanno a sommarsi ai vari Adam Nagy (per l’Ungheria), Hjortur Hermannsson (per l’Islanda, ma nel gruppo dei sostituti) ed Ernesto Torregrossa (Venezuela). Se per 5 dei 6 convocati in nazionale si tratta di scontri ufficiali, le due gare con la selezione Vinotinto del numero 10 nerazzurro sono ‘soltanto’ amichevoli contro Arabia Saudita e Uzbekistan. Giudicato ‘un fastidio’ da molti, che sui social non hanno preso bene la chiamata di Torregol, appena ristabilitosi da un lungo infortunio, temendo di poterlo perdere per sfide più importanti di semplici amichevoli internazionali.
Il Pisa poteva opporsi a questa convocazione? La legge del calcio stabilisce che ciò non è più possibile da qualche anno. Esiste infatti un regolamento che impone sia ai giocatori che alle società, da qualche anno, di accettare le convocazioni, con l’obbligo di rispondere affermativamente alla chiamata. A meno che i calciatori in questione non siano infortunati, ma a quel punto scatta la visita medica da parte della stessa Federazione che deve verificare lo stato di salute del giocatore. Il Pisa non potrebbe in nessun modo rifiutarsi a mettere a disposizione il calciatore poiché a quel punto, la commissione per lo status dei calciatori della Fifa, richiderà alla Federazione di appartenenza della società di dichiarare perse tutte le partite alle quali il calciatore ha partecipato per la stessa società. Una regola pesantissima. L’unica eccezione è dovuta al rilascio dei calciatori per date non previste dal calendario internazionale. Ma non è questo il caso delle partite del Venezuela, che sfruttano la finestra già concordata dall’organo massimo del calcio.
Il regolamento sul rilascio dei giocatori è anch’esso molto stringente. In caso di amichevoli i calciatori convocati (ed è il caso di Torregrossa) devono arrivare a destinazione almeno 48 ore prima dell’evento, mentre per partite internazionali di qualificazione si va addirittura a 4 giorni prima. Per il rientro, anche in questo caso, ci sono due orari diversi. Normalmente un calciatore può rientrare alla base entro le 24 successive alla fine della partita per cui è avvenuta la convocazione, mentre nel caso di una confederazione diversa da quella in cui il calciatore e la società di appartenenza è affiliata, il termine è esteso a 48 ore. E’ anche questo il caso di Torregrossa, convocato per una nazionale sudamericana della Conmebol, mentre il Pisa è affiliato alla Uefa. Onori, ma anche oneri.