Il nipote di Ging abita ancora oggi a Tirrenia "Viveva soltanto di pallone ed era molto amato"

Antonio Ging: "Quando passeggiava in città veniva fermato da tutti. Conserviamo il ricordo"

di Michele Bufalino

Dall’Ungheria con furore, per insegnare calcio e portare il Pisa al più grande traguardo della sua storia, la finale scudetto persa con la Pro Vercelli nel 1921. Josef Ging è il simbolo più importante degli oltre 110 anni di storia nerazzurra, per aver guidato, nel corso di diversi momenti, il Pisa in panchina attraverso 10 stagioni, per un record tuttora irraggiungibile di 413 panchine. Nato a Budapest e di origini irlandesi, in Italia fu costretto dalle autorità fasciste a mutare il suo cognome in King e il suo nome in Giuseppe. A ricordarlo è il nipote Antonio Ging, ultimo discendente dell’ungherese volante, che oggi gestisce il residence Vittoria di Tirrenia. Il leggendario allenatore aveva in testa solo il calcio: "24 ore su 24 non pensava ad altro, mi raccontava mio padre - confida Ging. - Ai tempi veniva fermato sempre quando passeggiava in città. Conserviamo ancora cimeli e attestati di stima che oggi fanno parte della storia di famiglia".

L’albergo di proprietà dei Ging, in viale del Tirreno 171, ha una sua storia molto particolare, iniziata proprio dall’allenatore degli anni d’oro: "Negli anni ’30 mio nonno aveva intenzione di trasferirsi a Tirrenia – racconta Ging, - iniziando a costruire quella che sarebbe dovuta diventare la sua villa. Successivamente, in fase di costruzione, fu contattato dal regista Gioacchino Forzano che lo convinse a rivedere il progetto trasformandolo in un albergo". Da lì infatti nacque ‘L’albergo del Cinema’, che diventerà prossimamente anche un docufilm, atto a ricordare gli anni ruggenti del cinema di Tirrenia, quando gli stabilimenti cinematografici Pisorno facevano storia e pionierismo. "Nonno – continua a raccontare Antonio Ging, - negli anni della dittatura comunista in Ungheria aiutava diverse persone, parenti e amici, inviando aiuti economici dall’Italia". Ging si stabilì definitivamente a Tirrenia dopo la Seconda Guerra Mondiale, conclusa la sua carriera di allenatore, rimanendo a gestire l’albergo con la moglie. Una famiglia cosmopolita quella di Ging: "Mio padre – Giuseppe Junior, - svela Antonio, - è stato a Johannesburg e ha sposato lì mia madre, irlandese di nascita. Dovevo nascere in Sudafrica, ma i miei scapparono nel 1974 a causa dell’apartheid e io nacqui a Pisa". Josef Ging è morto nel 1984 nella ‘sua’ Tirrenia, ma ancora oggi, nel centenario di un evento storico, il suo ricordo resta immortale.