Play-off contro l'Arezzo, le certezze di Camilli e Calori: ''Pisa, puoi farcela"

L'ex patron nerazzurro: "Gli amaranto in difesa sbandano e Moscardelli e compagni possono fargli male''. L'ex nerazzurro: ''D'Angelo ha più alternative''

L'ex patron nerazzurro Piero Camilli, attuale presidente della Viterbee

L'ex patron nerazzurro Piero Camilli, attuale presidente della Viterbee

«Nel calcio può accadere di tutto, specie poi in una competizione particolare come i play-off, ma il Pisa è molto più forte dell'Arezzo e ha le armi che servono per metterlo seriamente in difficoltà». Non ha dubbi Piero Camilli, ex patron nerazzurro artefice insieme a Battini del ritorno del Pisa nel calcio professionistico nel 2010, che da presidente della Viterbese è stato eliminato dagli spareggi promozione proprio dagli amaranto di Dal Canto con una doppia sconfitta e due gare apparentemente senza storia, chiuse con una battute con un ko per 3-0 ad Arezzo e uno 0-2 in casa al ritorno. «Ma all'andata non ce n'è filata una per il verso giusto – spiega Camilli: le dico solo che con loro in vantaggio di una rete, abbiamo colpito nella stessa azione un palo, una traversa e due salvataggi sulla linea. La gara di ritorno, invece, è stata fortemente condizionata dal risultato dell'andata: siamo stati costretti a rischiare l'impossibile». L’ex patron di Pisa e Grosseto, comunque, ne è certo: «Il Pisa è più completo dell'Arezzo: conosco bene entrambe le squadre e so che gli amaranto soffrono tanto quando vengono aggrediti e dietro sbandano, mentre D'Angelo, che è un ottimo tecnico, là davanti a giocatori in grado di far male a chiunque e propone un calcio molto offensivo e d'attacco». Però attenzione a Brunori: «E' forte e poi è il suo anno: ogni volta che tocca palla, fa gol. Anche il Pisa, fra l'altro, fino a un po' di tempo fa, dietro accusata qualche battuta a vuoto, ma mi pare che nell'ultimo periodo il problema sia stato risolto».

Sulla stessa lunghezza d’onda anche Simone Calori, aretino nato a Montevarchi ma tifosissimo nerazzurro per via di quella promozione in B conquistata nel 2007 con il Pisa di Piero Braglia, che nelle settimane scorse ha appeso definitivamente gli scarpini al chiodo per intraprendere la carriera di allenatore (il prossimo anno siederà sulla panchina della Sangiovannese in serie D): «Sarà una sfida tosta fra due squadre forti e in salute, ma il Pisa a mio parere ha qualcosa in più». Che cosa? «Dal punto di vista squisitamente tecnico – continua l’ex nerazzurro ha molte più alternative, anche a partita in corso, cosa che in una competizione come i play-off può essere determinante. Negli undici, infatti, penso che le due squadre si equivalgano. Poi, però, D'Angelo può decidere di lasciar fuori Moscardelli e far giocare Pesenti o viceversa, mettere dentro Verna o Marin, rinunciare a Lisi per inserirlo a partita in corso. Sono soluzioni importanti che spesso hanno cambiato il corso delle partite dei nerazzurri» E poi ci sono «l'Arena e la sua gente. Lo so per esperienza, ci sono passato: anche se la gara è fra una settimana, lì già oggi la squadra è in clima partita, i tifosi te lo fanno sentire. Ad Arezzo, che comunque rimane una piazza calda, tutto questo non c'è. Ma in C certe sensazioni le provi da poche parti»