"Viva grazie a soccorritori e medici. Vi racconto quella sera maledetta"

Genny Montorzi fu travolta da un’auto: l’uomo al volante sarà processato

Genny Montorzi rimase coinvolta nello scontro con una Jaguar

Genny Montorzi rimase coinvolta nello scontro con una Jaguar

Pisa, 10 gennaio 2019 - Genny sorride perché ha una seconda vita. Sorride perché ha riabbracciato mille volte la sua bimba, la sua forza dopo quella notte. Genny Montorzi, giovane madre di Cascina, si trovava in via della Repubblica, angolo via della Costituzione quel 27 luglio 2018. Era sulla sua Peugeot 206, «stavo rientrando a casa. Il mio compagno mi doveva aspettare in strada dopo essere andato a prendere la bimba. Saremmo dovuti andare insieme a fare una passeggiata». Che non ci fu. Perché la sua macchina fu presa in pieno da una Jaguar che, il racconto dei militari di quella sera, aveva da poco forzato un posto di blocco per poi imboccare il centro di Cascina a una certa velocità. Si parla di oltre 100 chilometri orari, ma nel processo (l’uomo al volante della macchina sportiva, un 41enne di origini romene, è stato rinviato a giudizio) saranno ricostruiti tutti i particolari della vicenda. C’è già stata una perizia dell’ingegnere Panayotis Psaroudakis. La donna, soccorritrice della Palp, fu sbalzata e finì grave in ospedale con un certificato di guarigione datato 23 novembre.

Genny, che cosa ricorda della sera del 27 luglio?

«Stavo rientrando a casa, dopo aver terminato il turno a Marina, mi ero trattenuta con i colleghi montanti. Arrivata all’incrocio, il vuoto. So che ero quasi ferma. Mi sono risvegliata al pronto soccorso».

Non rammenta la botta o luci?

«Niente, anche perché i fari di lui erano spenti. Ero sotto choc. Avevo un’emorragia interna. Ringrazio i medici che se ne sono accorti. Dopo un quarto d’ora, ero in sala operatoria».

E’ stata soccorsa subito...

«Sì, e devo dire un grande grazie al medico dell’ambulanza Victor Picasso e all’infermiere Stefano Carlin. Sono stata operata dai chirurghi Pelosini e Zampieri, tempestivi ed efficienti».

In tanti, però, hanno percepito lo schianto.

«Sì, compreso il mio fidanzato che era con la piccola. E’ successo vicino alla caserma dei vigili del fuoco che si sono attivati subito».

E poi?

«Sono stata operata alla milza e sono rimasta 5 giorni ricoverata. Nonostante le ferite, sono voluta tornare dalla mia famiglia, non vedevo l’ora di riabbracciare la mia bimba».

Quando è rientrata al lavoro?

«A ottobre. Alla Palp sono stati comprensivi. Prima ero operativa ora sono in ufficio».

Lei non si è costituita parte civile, ma è seguita civilmente dall’avvocato Alessio Tognoni.

«Sì, per fortuna l’altro veicolo è assicurato. Un grazie anche all’amministrazione cascinese che si è subito attivata perché fossi tutelata».