Un tour "A piccoli passi per Pisa" guidati dagli studenti stranieri

Presentato a Palazzo Blu il libro scritto dagli allievi della Scuola di lungua italiana della Comunità di Sant’Egidio

Un tour "A piccoli passi per Pisa" guidati dagli studenti stranieri

Un tour "A piccoli passi per Pisa" guidati dagli studenti stranieri

Alla "foce", alle porte del mare, ma con i remi ben solidi di una lingua imparata bene, tanto che se Harouna, tornerà a Conakry per trovare i cari che ha lasciato prima di essere partito, potrà, osservando una siepe e le stelle nel cielo, ricordare e ripetere l’amato ‘Infinito’ di Leopardi. E Lindita passeggiando per Tirana, pensare che all’Albania avrebbe fatto molto bene Mazzini. Bella idea quella della Scuola di lingua e cultura italiana della Comunità di Sant’Egidio di Pisa: appassionare i nuovi pisani alla lingua italiana, perfino al vernacolo di Fucini e Sartori, osservando le targhe che ricordano la presenza di uomini e donne illustri nella città, leggere di loro, entrare nei loro pensieri e nella loro vita, e poi intervistarli. è nato così ‘A piccoli passi per Pisa’ (ed. Carmignani). Nel corso di lezioni all’aperto, insegnanti e studenti sono andati alla ricerca delle targhe che ricordano letterati, scienziati, politici e filosofi nati o vissuti a Pisa. Dopo aver studiato i testi delle iscrizioni, in classe sono stati approfonditi la vita, le opere e il pensiero dei protagonisti. Hanno preso in esame di ‘Spiriti inquieti’ di Pisa (Shelley, Byron, Mazzini e Garibaldi), quelli che sono ‘La voce del popolo’ (Fucini e Sartori), quindi quelli che hanno avuto ‘Uno sguardo sul futuro’ (Filippo Mazzei ed Enrico Novelli) e chi ha cercato e rispettato, a prezzo di grandi sofferenze, ‘La verità’ (Galileo). Il libro è stato presentato nell’auditorium del Palazzo Blu di Pisa da Fabrizio Franceschini, già docente di Storia della lingua italiana all’Università di Pisa, Stefania Scaglione, docente dell’Università per stranieri di Perugia, e l’avvocato Leonora Rossi, tra l’altro coinvolta fin dall’inizio nel progetto dei corridoi umanitari di Sant’Egidio. Gli studenti della Scuola di italiano in discussione ci sono messi davvero, crrcando le parole giuste, per entrare in sintonia (e simpatia) con i dieci pisani, di nascita, ospiti o di passaggio, intervistati. "Ci aiutano ad avere meno paura dell’altro - aggiunge Leonora Rossi –"con una leggerezza che è frutto di un grande lavoro". "I titoli delle diverse sezioni sono già in sè un messaggio", sottolinea Fabrizio Franceschini: "Gli allievi della scuola di italiano di Sant’Egidio hanno in qualche modo dato nuova vita alle cose, con risultati bellissimi, che evidenziano come la lingua italiana sia quella della cultura". E gli studenti e i maestri Ilaria, Sonia e Daniele sono entusiasti: "Ringraziamoi vanno a Claudio Galletta, che ci ha fatto conoscere Enrico Stampacchia, che ci ha messo in contatto con l’editrice, che ha pubblicato il nostro libro e a Giuseppe Liberati che ha fatto le foto". . Il libro è una guida sui generis: una città e la sua storia diventano occasione d’incontro e ponte tra culture distanti nello spazio e nel tempo, ponendole in dialogo tra loro, unite dalla ricerca di un nuovo modo di vivere, un antidoto alle paure fondatissime di Mazzei: "Spesso il popolo ammira ciò che non comprende e questo e gravissimo".

Michele Brancale