"Stop ai manifesti anti-abortisti"

La rete "Educare alle Differenze" ha diffidato il Comune di Pisa per i manifesti antiabortisti di Pro Vita e Famiglia, definendoli aggressivi e lesivi della dignità delle donne. Chiedono la rimozione urgente, sottolineando la violazione delle norme vigenti e la strategia comunicativa violenta dell'associazione.

La rete di associazioni contro la violenza di genere, "Educare alle Differenze", ha annunciato di aver diffidato il Comune di Pisa per i manifesti antiabortisti affissi in città da Pro Vita e Famiglia. Il team legale della rete avrebbe infatti recapitato al Comune una richiesta di annullamento in autotutela dell’eventuale autorizzazione e chiesto la rimozione urgente dei manifesti "9 persone su 10 mi riconoscono come essere umano, e tu?", la campagna antiabortista portata avanti da Pro Vita e Famiglia. Secondo l’associazione, la campagna "viola diverse norme vigenti, in quanto lede la dignità e colpevolizza le donne che, per scelta o necessità, hanno deciso di interrompere volontariamente una gravidanza. Inoltre, appare demagogica, antiscientifica e fuorviante fin dalla scelta dell’immagine nel manifesto in questione che mostra un feto molto sviluppato, tipico delle fasi avanzate della gestazione, quando invece - precisa la rete - l’interruzione volontaria di gravidanza si può effettuare nei casi ordinari solo entro i 90 giorni dalla procreazione. Una scelta subdola che ha il chiaro scopo di confondere e colpire chi abbia già effettuato o chi abbia intenzione di interrompere la gravidanza".

Educare alle differenze sostiene quindi che si tratta di una strategia comunicativa "intrinsecamente aggressiva e violenta, che non può essere tollerata da un Comune, in quanto stigmatizza chi effettua l’interruzione volontaria di gravidanza – garantita e disciplinata dalla l. 22 maggio 1978, n. 194 – aggravandone la condizione di discriminazione".

Educare alle differenze definisce la campagna "uno dei tanti attacchi costanti da parte dei Pro Vita contro le donne e la loro autodeterminazione, sempre più violento con la decisione del Governo di favorire e finanziare l’ingresso all’interno dei consultori di associazioni antiabortiste".