TripAdvisor, studio del Cnr in Toscana: "Il 10% circa delle recensioni non è attendibile"

Il progetto 'Fake Reviews' ha analizzato le recensioni di circa 500 ristoranti in tutta la Toscana. Arezzo la provincia più 'fake', Pistoia e Firenze tra le virtuose.

Manifesto contro le false recensioni su TripAdvisor

Manifesto contro le false recensioni su TripAdvisor

Pisa, 14 febbraio 2019 - Si stanno svolgendo in questi giorni, ospitati dall'Area della Ricerca di Pisa del Cnr, gli stati generali della cyber security italiana. L'iniziativa si chiama 'Itasec19' ed è la terza conferenza nazionale sulla sicurezza informatica, che quest'anno vanta anche la partecipazione del ministro della Difesa Elisabetta Trenta.

«La partita sulla cyber sicurezza in Italia - sottolinea Massimo Inguscio, presidente del Cnr e ospite dell'evento, - va giocata coralmente. I centri di ricerca, il mondo delle imprese, quello bancario-finanziario e le amministrazioni pubbliche a livello centrale come territoriale, hanno davanti a loro una sfida mondiale. La risposta a questa prova coinvolge tutti noi».

E proprio all'interno di questa cornice di collaborazione tra il mondo della ricerca e quello dell'impresa è stato lanciato sul sito dell'Osservatorio della CyberSecurity il progetto Fake reviews, revisione del falso, che ha lo scopo di stabilire quanti dei giudizi espressi sul noto portale di recensioni di ristoranti TripAdvisor siano veritieri o meno. Un'operazione di fact checking tutta a favore del consumatore. Il progetto, curato dalla ricercatrice Marinella Petrocchi, si presenta come una mappa interattiva della Toscana, suddivisa nelle sue dieci province; scorrendo sulla cartina si potrà "illuminare" ciascun territorio e scoprire la sua percentuale di recensioni false.

Per ora l'analisi si estende solo a circa cinquecento ristoranti toscani, ma l'obiettivo finale punta ben oltre i confini della nostra regione, fino ad arrivare a una "mappatura nazionale". Questo è infatti ciò che si augura Marinella Petrocchi, ricercatrice del Cnr-Iit e curatrice del progetto. «Internet è un mondo meraviglioso, ma la realtà virtuale è spesso condizionata dal falso – sottolinea –. Il dibattito pubblico tende ad analizzare il fenomeno delle fake news spesso solo in relazione alla politica. Ma questo fenomeno è ben più ampio: le vittime di condizionamenti dovuti a falsi contenuti sono tante e gli effetti toccano la vita di tutti i giorni».

E in effetti i risultati dello studio mostrano che, dei circa 15mila giudizi analizzati sulla piattaforma, l'11% sembrano essere falsi, o quantomeno poco attendibili.

Ma come fare a riconoscerli? «Si tratta di giudizi che presentano delle anomalie – spiega Petrocchi – rispetto agli altri. In particolare si esamina il profilo di chi scrive i messaggi: il numero di recensioni effettuate, dove, quando. Da qui si riesce a individuare un livello di affidabilità dell’utente e, di conseguenza, se è affidabile o meno quello che scrive sul locale».

LA CLASSIFICA

Al primo posto sul podio dei 'più fake' troviamo, secondo la ricerca, i ristoranti di Arezzo: ben il 15% di recensioni false. A seguire Siena col 12% e Pisa con l’11%. Stessa percentuale (11%) anche per Lucca, con un trend in calo del 3% rispetto al 2017, e Prato, che però vanta solo 389 recensioni; di meno ne ha solo Grosseto.

Tra i 'virtuosi', invece, i locali di Firenze e Massa Carrara, con circa il 9% di commenti inattendibili; poco sopra Pistoia, con l'8,9%. Ma ad avere le recensioni più oneste di tutta la Regione sarebbero i ristoranti della provincia di Livorno, con “solo” l’8% di inaffidabilità. 

LA REPLICA - “Respingiamo con forza le affermazioni inesatte e fuorvianti dell’Osservatorio di CyberSecurity sulle recensioni false. L’Osservatorio di CyberSecurity non ha accesso ai dati tecnici necessari per determinare se una recensione è falsa o meno, al contrario di noi che utilizziamo questi dati da oltre un decennio per monitorare milioni di recensioni. Se i metodi utilizzati dall'Osservatorio di CyberSecurity fossero in qualche modo affidabili li utilizzeremmo". Comincia così la replica di TripAdvisor. "Nessuna delle altre principali piattaforme di recensioni agisce più di TripAdvisor per prevenire le recensioni false. Abbiamo fatto notevoli investimenti in tecnologie e competenze antifrode - spiega una nota - per impedire le recensioni false e siamo estremamente efficaci nell’individuare persone e aziende che provano a raggirare il nostro sistema. L’anno scorso abbiamo supportato il procedimento contro un truffatore di recensioni, che ha portato alla condanna a 9 mesi di carcere di questo individuo, e dal 2015 a oggi abbiamo fatto cessare l’attività di 75 aziende di recensioni a pagamento nel mondo. Siamo noi gli esperti nell’individuazione di recensioni false. Alcune aziende ottengono l’attenzione dei media divulgando dati opinabili ma non è possibile cercare di determinare seriamente se le recensioni sono false o meno senza aver accesso ai dati tecnici in nostro possesso. Sono l’utilità e l’accuratezza dei contenuti presenti su TripAdvisor ad aver reso il nostro sito popolare per centinaia di milioni di consumatori. Fondamentalmente, se i contenuti presenti su TripAdvisor non fossero utili, se non fornissero ottimi consigli, i consumatori non continuerebbero a tornare sul sito”.