Violentò la nipote di 15 anni. Lei poi si uccise. "Condannate lo zio a 8 anni e mezzo"

Lo zio 67enne, originario della Lucchesia, è sotto processo

Il tribunale di Pisa

Il tribunale di Pisa

Pisa, 21 febbraio 2019 -  Lei non ha mai potuto raccontare la sua storia. Era già morta quando è iniziato il processo, imputato lo zio 67enne, originario della Lucchesia che, per l’accusa, l’avrebbe trasformata per un anno nell’oggetto dei suoi desideri sessuali. Per l’uomo, ieri, in tribunale a Pisa, dopo una lunga istruttoria, il pubblico ministero Flavia Alemi ha chiesto 8 anni e mezzo di reclusione, ritenendolo colpevole di abusi sessuali e violenza sessuale aggravata.

«Siamo arrivati tardi per salvarle la vita, ma siamo in tempo per darle giustizia», ha detto la pubblica accusa rivolta al collegio (presidente il giudice Luca Salutini) dopo aver ripercorso le tappe di un’esistenza andata avanti tra abusi e una continua, e forse disperata, rincorsa verso una serenità fatta di affetti e attenzioni che non era mai riuscita ad avere. Se non dallo zio che la riempiva di regali ma, in cambio, avrebbe voluto attenzioni particolari. Lei si sentiva sporca, questo lo scriveva sul suo diario. Il 67enne le diceva che aveva un brutto male che lo avrebbe portato via e per questo avrebbe dovuto «accettare» quella condizione di amante. Si torna in aula ad aprile per le arringhe dei difensori, gli avvocati Ezio Menzione e Alessandro Zarra.