Persi 28 negozi l’anno. Dimezzati gli ambulanti. Tiene la ristorazione e cresce l’accoglienza

Diffusi i risultati del nono Osservatorio sulla demografia d’impresa a nelle città italiane, dai centri alle periferie, realizzato dal centro studi delle Camere di Commercio: il quadro a Pisa e provincia .

Pisa ha perso mediamente 28 attività all’anno negli ultimi 11 anni, per un totale di 304 negozi. Una situazione molto complicata che emerge dai risultati dell’Osservatorio sulla demografia d’impresa delle città italiane di Confcommercio. Un calo del 24% rispetto al 2012, che ha il suo apice nelle attività ambulanti (-38% dal 2012 al 2023), media e grande distribuzione (- 40%) e negozi di tessili, prodotti per la casa e ferramenta (- 36%). Positivo invece il dato di alberghi e servizi di alloggio (+ 35%) e della ristorazione che vede un +10% rispetto al 2012, anche se i bar registrano un - 22%. Nello specifico, dalle 211 imprese di commercio al dettaglio ambulante del 2012 sono 131 quelle registrate a giugno 2023. Saldo negativo anche per la media e grande distribuzione, che ha perso 28 attività, per i negozi al dettaglio di alimentari e bevande, che scendono dai 146 del 2012 ai 125 del 2023, e il comparto dei prodotti non alimentari che registra un -21% passando dalle 390 attività del 2012 alle 306 del 2023.

"Non possiamo essere lasciati soli ad affrontare quel virus cronico e virulento che attacca le nostre città e che prende il nome di desertificazione – attacca il direttore di Confcommercio Provincia di Pisa Federico Pieragnoli - Siamo di fronte al conclamato fallimento della politica, che ci ha lasciati soli a combattere contro le grandi piattaforme globali dell’online, che non pagano tasse e impoveriscono città e paesi dei nostri territori, drenando risorse che non investono qui. Il commercio di vicinato, contrariamente ad altre realtà produttive del nostro paese, che prendono fiumi di soldi statali, delocalizzano e licenziano le persone, non riceve aiuti e sostegni, e di fronte alle cosiddette liberalizzazioni selvagge e senza regole, non possono che soccombere, a detrimento dei servizi, della vivibilità, della sicurezza e dell’attrattività delle nostre città".

"Pisa conferma che le maggiori criticità si registrano soprattutto in periferia - continua il presidente - mentre almeno quantitativamente il centro storico tiene, anche se complessivamente la riduzione del commercio al dettaglio segna un arretramento del -24% rispetto al 2012, con un -21% dei negozi tradizionali. Al contempo è drammatica la situazione del commercio ambulante, con punte del -50%, mentre a risollevare le sorti si conferma il comparto turistico e dell’accoglienza, con tendenze in crescita di lungo corso, anche se il comparto dei bar mostra una progressiva flessione. Senza aiuti e sostegni concreti, le insegne delle nostre città sono destinate a spegnersi definitivamente". Mario Ferrari