Fuga di gas al Santa Chiara: pazienti evacuati

Allarme in Ginecologia. Chiusa una sala operatoria e spostate le partorienti. Vigili del fuoco al lavoro due ore per trovare il tubo rotto

Vigili del fuoco

Vigili del fuoco

Pisa, 16 ottobre 2019 - Momenti di paura ieri pomeriggio all’ospedale Santa Chiara per una fuga di gas. Ancora una volta il reparto protagonista è stato quello di Ostetricia e ginecologia. Lo stesso in cui la settimana scorsa l’ascensore più capiente, usato per trasportare i pazienti sulle barelle ai piani superiori, ha fatto le bizze per sei giorni, causando non pochi disagi a dipendenti e pazienti. L’allarme è scattato quando in un magazzino del blocco operatorio al secondo piano è stato percepito un forte odore di metano. L’ambiente, piccolo e chiuso, senza finestre per la circolazione dell’aria, ha contributo a rendere ancora più intensa l’esalazione di gas.

Dopo una prima ricognizione del personale della struttura, sul posto sono arrivati una squadra dei vigli del fuoco e i tecnici della società Toscana energia. Fortunatamente la sala operatoria era inattiva e non è stato interrotto alcun intervento, ma si è preferito comunque evacuarla insieme alle stanze della degenza, come prevede la procedura. Le donne partorienti sono state di conseguenza trasferite da un’ala all’altra del reparto. Tutto si è svolto senza problemi e la situazione è sempre rimasta tranquilla. Messe in sicurezza le persone, sono poi iniziate le operazioni di rilievo con gli appositi strumenti per individuare l’origine della fuga. Per circa due ore gli uomini del corpo hanno setacciato il palazzo sia all’interno che all’esterno, alla caccia del punto incriminato. Missione compiuta solo a metà però, perché sono stati rintracciati i tubi ma non la fessura precisa da cui fuoriusciva il gas.

Le condutture in questione sono due, una interrata e l’altra che va verso i piani alti. Proprio quest’ultima termina con una caldaia usata per il riscaldamento durante il periodo estivo. Un impianto adesso non utilizzato, visto che è sufficiente il termoriscaldamento. Di conseguenza, dopo un colloquio a tre tra dirigenti dell’azienda ospedaliera, vigili del fuoco e tecnici della società erogatrice del servizio, si è deciso di chiudere il contatore che alimentava le tubature per non correre ulteriori rischi.

«Domani (oggi, ndr) – dice Giovanni Ceccanti del servizio di prevenzione e protezione dell’Aoup – sostituiremo i due tubi perchè riparando quelli attuali si rischia di creare altri buchi. È la soluzione migliore per far sì che la caldaia sia di nuovo funzionante e utilizzabile in caso di necessità». Ogni possibile emergenza è stata scongiurata, ma non si può certo dire che per il reparto sia un periodo fortunato.