Ludovica, ragazza geniale che sfida l’oscurità

Centista del Liceo classico Galilei nonostante la cecità: "Le letteratura ha illuminato il mio mondo. Ora sogno un Ateneo d’eccellenza"

di Ilaria Vallerini

"Se scegli di studiare lettere sarai disoccupata". Ludovica Amato, centista del Liceo classico ‘Galilei’, inorridisce al suono di queste parole. Per lei lo studio della letteratura antica "è una luce che illumina la vita delle persone". Nel suo caso specifico, le parole hanno illuminato il suo cammino quando intorno invece si trovava immersa nell’oscurità.

Nel tempo è riuscita a trasformare la cecità, limite che si porta dietro dalla nascita, in un punto di forza affrontando a testa alta ogni avversità. Le parole hanno disegnato per lei i contorni dello scibile. Una ragazza geniale che ha fatto del sapere la sua forza. "Un esempio di resilienza e combattività fuori dal comune", dice mamma Letizia. Ludovica legge e scrive tramite l’ausilio di una barra braille collegata al computer. "Numerosi libri sono messi a disposizione dalla biblioteca Regina Margherita di Monza", spiega Letizia. Tuttavia, nel corso degli anni il reperimento di volumi di matematica, fisica e lingua greca si è rivelato un percorso pieno di incognite e difficoltà. "Abbiamo fatto affidamento alla stamperia braille di Firenze, ma ben presto abbiamo scoperto che molti di questi testi non vengono riconosciuti dal dispositivo di lettura del portatile", spiega. "Così spesso siamo state costrette a portare a scuola una pila di tomi e quando ce ne è stato bisogno sono stata i suoi occhi", racconta Letizia. Tuttavia, con il tempo sono arrivate anche diverse soddisfazioni: dai corsi di potenziamento per studenti meritevoli a fianco di dottorandi della Scuola Normale Superiore al secondo posto sul podio della gara di latino ‘Certamen’ a Pontedera, fino alla maturità.

Lo scorso 30 giugno, l’esame orale si è concluso con un applauso all’unisono di tutta la commissione d’esame, ricevendo inoltre i complimenti da parte della dirigente scolastica Gabriella Giuliani, della vice preside Antonietta Pisa e di tutti i suoi professori e compagni. Ludovica stessa lo ha definito "il coronamento di un bellissimo percorso pieno di soddisfazioni e una gratificazione per tutte le persone che mi sono state vicine e che hanno sempre creduto in me".

Nel futuro la giovane letterata spera di varcare la soglia di uno degli Atenei di eccellenza della città. Il timore più grande, invece, è di non vedere esaudito il suo desiderio anche se ha già in tasca un piano b: intraprendere il percorso di doppia laurea in lettere antiche e storia. Da grande invece sogna la cattedra universitaria, perché "il ruolo del professore è di accendere la scintilla che ogni studente o studentessa possiede dentro di sé", proprio come hanno fatto i suoi insegnanti con lei. Ma serve anche una certa predisposizione da parte dello studente. Gli elementi essenziali sono "la perseveranza e resilienza, ma anche tanta fatica". E ripetersi come un mantra di non mollare, mai perdersi d’animo, nonostante i venti contrari.