Lo studente-stalker pentito e redento. «Mi scuso con la prof, ero stressato»

L’universitario «perseguitava» la donna per avere voti più alti

Un'aula di tribunale (Foto d'archivio)

Un'aula di tribunale (Foto d'archivio)

Pisa, 17 marzo 2018 - Si è nuovamente all’Università a Napoli, dopo i tre anni di sospensione, ed è lì che si vuol laureare. Non ha intenzione di tornare a Pisa lo studente che nel periodo in cui frequentò la facoltà d’ingegneria in città diventò lo stalker di una sua insegnante e per questo è finito sotto processo. Ieri, davanti il giudice Beatrice Dani, c’è stata la penultima udienza nella quale si è presentato anche l’imputato che ha reso una dichiarazione spontanea.

«E’ stato un periodo di forte stress, mi dispiace molto per tutto quello che è successo», ha detto aggiungendo che ora la sua vita è tornata alla piena normalità, che ha una ragazza e che pensa a laurearsi. Deve però fare i conti con questo processo – a maggio è prevista la discussione – legato a quel periodo in cui allo studio unì una sequenza di atti persecutori andata avanti per anni, a partire dal 2012, e che alla fine rese stata necessaria la misura cautelare del divieto di allontanamento da Napoli – dove risiede – per fermarlo, visto che il divieto di avvicinamento alla docente non era stato sufficiente. Ieri è stato sentito anche il marito della persona offesa, una delle sue insegnanti, per riferire dello stato d’ansia e di paura in cui si trovò costretta a vivere la moglie.

È stato sentito, come ultimo testimone, anche un altro docente dell’ateo pisano. Sarebbe stato già poco dopo i primi contatti tra lo studente, oggi 27enne (omettiamo il nome a tutela della parte offesa), e l’insegnante, che iniziarono gli atteggiamenti strani ai quali, per l’accusa, avrebbe fatto seguito un’escalation culminata negli appostamenti sotto casa e sul luogo di lavoro, tra pedinamenti e telefonate.

«Voglio più di 110 e lode», avrebbe farneticato a un certo punto della sua carriera universitaria lo studente che tempestava di messaggi ed e-mail l’insegnante che era finita nel suo mirino e – probabilmente, ad un certo punto – era diventata il chiodo fisso sul quale appendere rabbia e frustrazioni. Così l’insegnante si vide costretta anche a sporgere querela.

Lo studente, assistito dall’avvocato Ottavio Bonaccorsi, è finito sotto processo per stalking, violenza privata e per aver violato la misura preventiva con la quale il Questore gli intimò il rimprovero affinché desistesse dal tenere una condotta di persecuzione. Ma non bastò.