La scomparsa di Vinicio Bernardini Due volte sindaco e parlamentare

Classe 1926, si è aggravato a causa del Covid. Fece politica nel Pci fin da giovanissimo: arrestato e rinchiuso al don Bosco nel 1943, riuscì a evadere durante un bombardamento e raggiunse i partigiani

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Una vita lunga e intensa, divisa fra l’impegno politico e la libera professione di commercialista, quella di Vinicio Bernardini, due volte sindaco di Pisa e poi parlamentare. Se n’è andato ieri, a 94 anni, vittima di un Covid che non gli ha lasciato scampo. Nel dopoguerra e fino agli ultimi anni del secolo scorso è stato un protagonista della vita politica pisana, esponente di primo piano di quel Partito Comunista a cui aveva aderito fin da giovane e che selezionava i suoi quadri dirigenti con un percorso che partiva dalla semplice militanza fino ad incarichi via via più importanti a seconda delle competenze e delle esperienze maturate.

Lui, nato a Pisa nel 1926, quando ancora frequentava le scuole superiori, aderì ai primi movimenti giovanili antifascisti e entrò in contatto con i gruppi clandestini del Pci che si stavano organizzando in città sotto la guida di Italo Bargagna. Fu durante questa attività politica che nel marzo del 1943 venne arrestato e rinchiuso a Don Bosco da dove riuscì a evadere nel ’44 durante un bombardamento. Riacquistata la libertà raggiunse i partigiani della brigata "Nevilio Casarosa" che erano in azione sui Monti Pisani.

A guerra finita Vinicio Bernardini proseguì l’attività politica nelle file del Pci e fu eletto per la prima volta in consiglio comunale nel 1956. E nella sala delle Baleari, come consigliere, assessore o sindaco Vinicio Bernardini è rimasto fino al 1990 dando un contributo di prim’ordine allo sviluppo della città. Per due volte è stato sindaco, nel 1971 per un breve mandato e nel 1983 per un biennio in quella stagione della politica pisana spesso caratterizzata da un instabilità amministrativa che costringeva sindaci e giunte a succedersi ben prima della scadenza naturale. Ma quando c’era bisogno di dare un governo alla città ponendo rimedio a una situazione difficile, Vinicio Bernardini era sempre disponibile. Per due legislature fu eletto alla Camera e in entrambi i casi fece parte della Commissione Finanze e Tesoro come responsabile del gruppo parlamentare del Pci.

In parallelo alla attività politica che gli ha sempre guadagnato un’ampia stima e non soltanto fra i compagni di partito ma anche fra gli avversari che ne riconoscevano la preparazione e la disponibilità al confronto, Bernardni non ha mai trascurato neppure l’attività professionale (laureato in economia aveva aperto uno studio professionale a cui partecipava figlia Michela, prematuramente scomparsa) e ha fatto parte dei consigli d’amministrazione di importanti società e di istituti di credito. In questo momento la redazione de "La Nazione" porge le sue condoglianze al nipote Simone Casella e alla pronipote Maddalena.

Giuseppe Meucci