"Caro-energia, reazione a catena sulle industrie Imprese in difficoltà per i contratti di fornitura"

Energenza in vista, sarà un autunno a tinte cupe. La presidente dell’Uip Patrizia Alma Pacini traccia il quadro della situazione

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PISA

Le previsioni per l’autunno non sono affatto rosee su diversi fronti lasciati aperti e irrisolti dal Governo uscente; in questo contesto le preoccupazioni di imprenditori e industriali sono crescenti, in particolare ora che, in tema energia e costi, sono chiamati a districarsi tra un presente di per sé emergenziale e un futuro prossimo già a tinte cupe. "L’aumento spropositato dei costi dell’energia sta causando enormi difficoltà alle aziende persino nel trovare un buon contratto di fornitura": Patrizia Alma Pacini (nella foto in alto), presidente dell’Unione Industriale Pisana, rilancia l’allarme in tema approvvigionamento e costi energetici che sta toccando nel vivo diverse imprese della provincia di Pisa.

Presidente, cosa sta avvenendo in concreto?

"I nostri funzionari in questi giorni stanno supportando diverse imprese nella ricerca di contratti di fornitura energetica. I costi elevati che ben conosciamo stanno producendo reazioni a catena: i fornitori, essendo soggetti a importanti esposizioni finanziarie, sono costretti a chiedere alle imprese requisiti di solidità finanziaria molto restrittivi; avviene quindi che gli stessi fornitori chiedano alle aziende depositi cauzionali importanti o addirittura rinuncino a stipulare i contratti. È chiaro che la situazione è preoccupante, a maggior ragione in vista dell’autunno, che viene annunciato come un periodo assai più critico".

Al problema dei costi dell’energia si collega quello del credito bancario …

"Purtroppo sì; come sappiamo la pandemia, i lockdown, le difficoltà di approvvigionamento delle materie prime e ora il problema energetico hanno creato seri problemi di liquidità e di credito alle nostre imprese che hanno bisogno di un forte sostegno. In questo senso UIP sta lavorando come cerniera e mediatore tra le imprese e gli istituti bancari".

Su cosa è, secondo lei, necessario puntare per resistere a questa crisi e superarla?

"Dobbiamo preservare e sostenere le nostre eccellenze produttive. Come attestano i dati illustrati dall’economista Marco Fortis, su oltre 5.300 prodotti scambiati in campo mondiale, l’Italia figura tra le prime cinque nazioni al mondo per scambi nella bilancia commerciale. Questa versatilità e pluralità di settori è caratteristica anche del nostro territorio e ci ha consentito, per ora, di ‘reggere’ anche nei momenti più difficili".

Dalla pandemia in poi le imprese hanno iniziato a ripensarsi e a riorganizzarsi?

"Certamente, soprattutto in termini di appeal per i propri collaboratori. Una recente indagine, a cui Uip ha partecipato assieme alle principali confindustrie territoriali, si è occupata di raccogliere dalle imprese informazioni sulle loro priorità nella gestione delle risorse umane nel 2022 e sulle leve utilizzate per assumere, trattenere e attrarre i collaboratori. Hanno risposto 1.800 imprese con 302.000 dipendenti per le 15 associazioni impegnate nella ricerca".

E cosa è emerso?

"Se le leve più diffuse riguardano la formazione continua e la comunicazione trasparente, notevoli sforzi sono concentrati dalle imprese in organizzazione, dinamismo e innovazione. Tutto nell’ottica di essere più attrattive e di strutturarsi al riguardo. Nel 2021 è stato registrato un tasso di turnover medio del 23,9%, in crescita di quasi 5,6 punti rispetto al 18,3% rilevato nel 2020. Tutto questo rappresenta la vivacità del mercato del lavoro e, ancora una volta, testimonia i cambiamenti in atto e la volontà delle aziende di rigenerarsi e di poter contare su supporti strutturali e agevolazioni in questo processo nell’ambito di un sistema, il nostro, non coinvolto dalle problematiche sul salario minimo".

E.M.