
Volodymyr Zelensky
Firenze, 21 marzo 2022 - Domani Volodymyr Zelensky parlerà al Parlamento italiano, a distanza. Non è un unicum, è già intervenuto per esempio al Congresso americano e al Bundestag tedesco. Da noi però sembra esserci un’attesa diversa; alcuni parlamentari non saranno in aula alla Camera - seduta allargata al Senato, come per l’elezione del presidente della Repubblica - o perché convinti che anche Vladimir Putin dovrebbe parlare oppure perché certi, in omaggio alla “complessità” - altra parola feticcio con cui nascondere le proprie scemenze - che bisogna capire bene le cose come stanno, prima di prendere posizione.
Tra gli assenti ci sarà Enrica Segneri, deputata - manco a dirlo - del M5s: “Io sicuramente non sarò presente, ma non per protesta o mancanza di rispetto. Anzi, il contrario. È proprio perché ho rispetto per la sua battaglia che non potrò essere presente, perché nel momento in cui chiederà, come ha fatto del resto in tutti gli altri Parlamenti in cui è intervenuto, l’istituzione della no fly zone, io non potrò alzarmi in piedi e battergli le mani, non condividendo la sua richiesta. Mi dispiace, ma nonostante le buone intenzioni che, probabilmente, animano questo incontro, continuo a non ritenerlo opportuno”, ha detto all’AdnKronos. Anche Matteo Dall’Osso, eletto con il M5s e poi transitato in Forza Italia, non ci sarà: “Sono orientato a non esserci, si dà visibilità solo a una parte. Anche Vladimir Putin in Aula? Chi lo chiede fa bene!”. Ne sarà contenta la propaganda russa, che è a caccia di utili idioti anche in Italia, dove può trovare un fecondo terreno grazie a M5s e Lega.
Non si può fare una guerra senza padroneggiare l’arte della comunicazione. La Russia usa le armi della disinformazione di massa in casa grazie al totale controllo sulla tv e i mezzi di informazione. Altrove deve arrangiarsi come può, contando magari sullo spontaneismo di chi pensa che Putin sia un leader planetario. Ma questa parte della guerra, comunicativamente, sta riuscendo meglio a Zelensky. L’ex comico diventato presidente di uno Stato - un sogno che si avvera, in teoria, per i Cinque stelle - è rimasto in patria a combattere, aggiornando in diretta la popolazione mondiale attraverso Twitter e Instagram. Forse Putin non aveva previsto che un comico sotto bombardamento - emblema di una società civile buttata in trincea - sarebbe diventato più carismatico di lui, professionista e oligarca della politica.