
Pecore Elettriche
Principi di legittimazione che oggi sono messi costantemente in discussione dalla concorrenza di nuovi attori che partecipano al processo di ricostruzione della realtà sociale. Ma è qui, dice Sorrentino, che il giornalismo può vincere la sua battaglia. Purché non si limiti "ai fatti” ma cerchi di delimitare i fatti, fornendo dei frame – delle cornici di interpretazione del mondo – che aiutino il lettore a farsi largo nella sovrabbondanza di informazioni, dati, storie, notizie. Anche perché la concorrenza agguerrita del presente continuo rischia soltanto di far invecchiare il materiale prodotto. Sorrentino propone dunque cinque «I» dell’informazione per ripensare profondamente il giornalismo. «Identità, inclusione, illuminazione, inquadramento, interpretazione”.
Per "identità”, scrive l’autore, s’intende la realizzazione di prodotti informativi capaci di definire una ben precisa visione del mondo, che permetta ai fruitori di comprendere con chiarezza la prospettiva dell’emittente. Offrire una propria visione del mondo vuol dire definire il proprio posizionamento ben sapendo che – diversamente dal passato – ormai nessuna forma di produzione informativa è esclusiva». I lettori stessi - anche i meno attrezzati - sono produttori di contenuti, figuriamoci quando a fare informazione sono podcaster e youtuber che pur non essendo giornalisti professionisti comunque svolgono un lavoro da giornalisti.
Anche perché magari qualcuno di loro è già in grado di interpretare - e qui veniamo a un’altra «I» teorizzata da Sorrentino - i fatti. In un mondo in cui, almeno apparentemente, tutti sanno tutto, diventa più importante fornire chiavi di lettura della complessità che permea le nostre società. È così che il giornalismo avrà un futuro.