
Elon Musk e Donald Trump: da grandi amici e alleati a grandissimi “litiganti“
Firenze, 8 giugno 2025 – I fratelli Gallagher, Carlo Calenda e Matteo Renzi, Elon Musk e Donald Trump. L’arte di litigare da e tra fratelli, amici e sodali politici è ricca, variegata e trasversale. Troppi galli nel pollaio non ci possono stare, troppi generali alla guida di un esercito nemmeno. Era infatti solo questione di tempo prima che il padrone di Tesla e il padrone della Casa Bianca si prendessero a sberle.
Su Twitter noialtri ce lo domandavamo già il 13 novembre scorso: “Viene da chiedersi quanto durerà Elon Musk con Donald Trump (nel Terzo Polo erano principianti al confronto)”.
La risposta è dunque arrivata pochi mesi dopo, politicamente la durata di uno yogurt. Musk è passato da saltellare ai comizi di Trump a fare i meme contro Trump su Twitter. “Senza di me, avrebbe perso le elezioni… Quanta ingratitudine”, ha scritto Musk a briglia sciolta.
Musk dice di essere pronto a lanciare un terzo partito (Azzardiamo: Third Pole? Si scherza), accusa Trump di essere negli “Epstein files”, i documenti riservati dei processi riguardanti il caso di Jeffrey Epstein, il finanziere che nel 2019 si suicidò all’interno del Metropolitan Correctional Center di Manhattan (era detenuto con l’accusa di aver sfruttato sessualmente decine di ragazze minorenni) e di aver tradito politicamente la causa del conservatorismo, aumentando, fra le altre cose, il debito pubblico statunitense.
Musk non sembra intenzionato a lasciar correre e se prima ha dato pieno sostegno alla causa di Trump, mettendogli a disposizione la potenza di fuoco mediatico-comunicativa di X, oggi ha iniziato a bombardare compulsivamente il capo del mondo libero. Se MAGA si rivoltasse contro Elon Musk, “e presumo che lo farà, lui sarebbe un uomo (e un marchio) senza patria”. Poi ci sono le minacce di Trump di revocare i contratti governativi alle aziende di Musk: “Normalmente penserei che si tratti solo di chiacchiere, ma dati i precedenti di Trump, è possibile che lo faccia davvero.
Il che sarebbe devastante per Elon. D’altra parte, sono scettico sul fatto che Elon abbia una grande influenza sul voto del Senato. Certo, è l’uomo più ricco del mondo e ha dimostrato di essere disposto a spendere un sacco di soldi in politica. Ma se fossi un senatore repubblicano o un membro della Camera dei Rappresentanti repubblicano, sarei MOLTO più interessato a stare dalla parte di Trump che da quella di Elon. Trump ha più potere di Elon per porre fine alla tua carriera se ti opponi a lui”.
Vero. Ma è vero anche che Trump assomiglia sempre più a un cane che abbaia ma non morde. Non a caso Robert Armstrong sul Financial Times ha coniato l’acronimo TACO, Trump Always Chickens Out. Trump si tira sempre indietro.
Il presidente degli Stati Uniti annuncia sempre fuoco e fiamme salvo poi fare marcia indietro. Il caso dei dazi è emblematico. “Ma il rapporto tra le minacce di Trump e il suo effettivo uso della forza è tutt’altro che semplice”, ha scritto Jeremy Shapiro sul sito dell’European Council on Foreign Relations: “Ci sono molti casi in cui le sue minacce non hanno portato a nulla, mentre ha anche usato la forza senza minacce”. Si accettano scommesse su chi la spunterà fra Musk e Trump.