Palestre chiuse: i lavoratori non ci stanno e scendono in piazza

Hanno dato vita a un sit in viale Fanti il 26 ottobre alle ore 17: centinaia di dipendenti delle palestre di tutti i quartieri, ma anche gente comune e famiglie contro la chiusura

Niccolò Palma

Niccolò Palma

Firenze, 26 ottobre 2020 - Il nuovo Dpcm che contiene le misure di contenimento da Coronavirus ha fermato alcune attività, tra cui le palestre. Ma per protesta, i lavoratori hanno dato vita a un sit in su viale Fanti il 26 ottobre alle ore 17.

“Ci sono riusciti – commenta Niccolò  Palma,  Club manager della palestra Elysium -. Sono riusciti a scrivere la parola “stop” all’attività di palestra e piscina, almeno sino al 24 novembre, ma siamo certi che questa serrata non sia definitiva per tutte le realtà come la nostra? Ci hanno costretti a una primavera senza lavorare e ad un’estate di dubbi e corse frenetiche al recepimento di ogni nuovo protocollo, creando paure nei nostri iscritti, per il termine di una settimana concessoci con il Dpcm del 18 ottobre. Arriviamo a venerdi 23 ottobre quando il Ministro Spadafora annuncia con soddisfazione che nelle palestre si tengono comportamenti virtuosi e che non subiranno ulteriori limitazioni, notizia quest’ultima appresa con gioia sia dai gestori che dagli atleti. L’ennesima illusione e l’ennesima delusione proveniente dal Governo centrale ci porta in dote soltanto rabbia e paura per un futuro che ci vogliono togliere. Ed è per questo che insieme ad altre strutture coinvolte nel nuovo Dpcm abbiamo deciso di organizzare un sit in presso viale Fanti”. 

“Questo sit in, con cui presidiamo simbolicamente le zone in cui lavoriamo, apartitico e assolutamente non violento – spiega Simona Tosi della palestra Elysium – ha avuto una grande diffusione attraverso i social e una grande adesione: con noi ci sarà chi lavora nelle piccole come nelle grandi palestre della città, da tutti i quartieri. Non solo: ci saranno adulti, bambini, famiglie, persone che si uniscono nella manifestazione che vuole difendere i diritti di una categoria che sta pagando il prezzo di scelte sbagliate. Abbiamo fatto tutto quello che ci è stato richiesto: dalla app per contingentare l’ingresso delle persone, all’adeguamento a protocolli ancora più stringenti, questo appena una settimana fa. Abbiamo sostenuto dei costi mentre ancora aspettiamo le misure di sostegno del precedente lockdown. I controlli dei Nas, a livello locale e nazionale, hanno attestato il massimo livello di sicurezza e del rispetto di tutti i protocolli delle nostre strutture e delle nostre attività. E ora ci troviamo a pagare il prezzo di alcune scelte che potevano andare in direzioni diverse. Un banner ricorderà l’articolo 1 della Costituzione che nel nostro caso non è stato rispettato. Nello staff delle varie palestre lavorano infatti centinaia di persone: manifestiamo per far sentire la nostra voce, in un momento in cui è stato deciso lo stop delle nostre attività, mentre sulle misure di sostegno regnano ancora molte incertezze”.      

 

Maurizio Costanzo