Spezia-Pisa a "raggi x": cinico, concreto e con un Marconi in più

Meno palleggio (-21,6% rispetto alla gara con il Pescara) e tanta lucidità in più sotto porta (4 conclusioni su 9 nello specchio). Così il Pisa ha sbancato il ''Picco''

L'attaccante del Pisa Michele Marconi

L'attaccante del Pisa Michele Marconi

Pisa, 2 luglio 2020 - Poco palleggio e gioco arioso sulle corsie esterne. Niente fronzoli e tanta tanta concretezza. C'è voluto un Pisa completamente diverso da quello visto nelle prime due partite post-lockdown per battere lo Spezia e proiettare i nerazzurri in una posizione in cui non è un delitto sognare.

SOPRATTUTTO SOSTANZA. Ha badato al sodo la squadra di D'Angelo al “Picco” di La Spezia: il palleggio arioso, visto nelle sfide con Salerno e Pescara e necessario per far aprire le difese avversarie, contro gli aquilotti non serviva. E, infatti, il Pisa non lo ha fatto: i fraseggi corti sono stati appena 149 nell'arco dei 96 minuti. Sembrano tanti ma in realtà sono stati il il 21,6% in meno rispetto alla sfida con gli abruzzesi e addirittura -37,9% rispetto a quella in terra campana. Non si è fatto troppi scrupoli, stavolta, il Pisa nel calciare lungo, alla ricerca della testa di Marconi, quando è stao necessario: infatti, rilanci e rinvii, sono stati ben 48, rispettivamente, il 54,8% in più nel confronto con la gara con il Pescara e addirittura il doppio rispetto a quella con la Salernitana. Ma è soprattutto sull'anticipo che, da 35' del primo tempo in poi, la retroguardia nerazzurra ha avuto la meglio sugli attaccanti liguri: le punte di casa, infatti, sono state anticipate 40 volte (nel 57,5% dei casi dalla premiata ditta Benedetti-Caracciolo), nove volte in più rispetto a quelle del Pescara e più del doppio rispetto a quelle della Salernitana.

IL MARCONI RITROVATO. Il resto lo ha fatto la concretezza dei nerazzurri grazie alla ritrovata vena realizzativa del proprio bomber. Hanno spinto meno sulle corsie esterne i nerazzurri, complice anche le assenze di Lisi e Birindelli e l'infortunio di Pinato: 16 cross contro la Salernitana, 13 con il Pescara e appena 7 a La Spezia. Però, in termini di concretezza è stata tutta un'altra cosa: all'Arechi per segnare un gol il Pisa ha dovuto provare la conclusione 16 volte e con il Pescara 17 per farne due. A La Spezia, invece, il Pisa è arrivato al tiro nove volte, centrando lo specchio della porta in quattro occasioni: la doppietta di Marconi e le due conclusioni di Vido deviate in angolo. Per altro quello di Batman è stato sicuramente un grandissimo exploit, ma non del tutto inatteso. I numeri, infatti, lo davano in crescita. E' vero che a Salerno era stato quasi impalpabile (appena due conclusioni, di cui una sola nello specchio … regalata dal portiere Vannucchi) e un po' di gioco di sponda, neppure sempre preciso (5 passaggi sbagliati su 13). Ma già con il Pescara la musica era cambiata: tante sponde e tutte corrette (14), altrettanto corpo a corpo con i difensori (5 duelli vinti e 6 persi) e soprattutto quattro volte al tiro. Segnali evidenti di miglioramento che si sono concretizzati al “Picco”.

E POI GUCHER. Basta scorrere le cifre dell'austriaco per dare un valore numerico alla parola “personalità”: due assist, sei lanci con il contagiri (circa un quinto del totale), altrettanti palloni sradicati dai piedi degli avversari (in questo è stato secondo solo a Marin), due falli subiti e altrettante ammonizioni per i difensori dello Spezia. Mai banale o fine a sé stesso.