Furto nella villetta, arrestati tre albanesi. Nella banda anche una mamma trentenne

La donna è ai domiciliari, mentre i due giovane sono in carcere

Il vicequestore Mara Ferasin e gli agenti del commissariato

Il vicequestore Mara Ferasin e gli agenti del commissariato

Montecatini 19 ottobre 2018 - Quell'appartamento nascondeva un costoso computer portatile, numerosa bigiotteria e le chiavi sostitutive di due macchine. Questi oggetti erano il bottino di un furto avvenuto pochi giorni prima ai danni dell’abitazione dove vive una famiglia. Gli agenti del commissariato di Montecatini, diretto dal vicequestore Mara Ferasin, hanno arrestato tre albanesi, due ragazzi nati nel 1999, al momento in custodia nel carcere di Pistoia, e una donna trentenne, ai domiciliari per potersi occupare del figlio di pochi mesi, con l’accusa di ricettazione aggravata in concorso.

La trentenne, residente da 15 a Montecatini, e uno dei ragazzi hanno già precedenti del genere. L’intervento nasce in seguito all’indicazione raccolta da una fonte confidenziale, durante un’attività di controllo in città, che ha spinto la polizia a intervenire all’interno di un appartamento, di proprietà di un’altra donna straniera. La titolare dell’immobile, risultata comunque estranea ai fatti, è rimasta piuttosto vaga davanti alle domande degli agenti sui tre inquilini e il suo comportamento ha insospettito la squadra di polizia giudiziaria. Così è partita una perquisizione che ha fatto saltare fuori alcuni oggetti, proventi di un furto.

All’interno di un armadietto, è stato rinvenuto un computer Apple, del valore di circa mille euro, custodito all’interno di uno zaino.  Dentro vari sacchettini, nascosti in una serie di vasetti e scatole da scarpe, c’erano invece numerosi pezzi di bigiotteria e le chiavi sostitutive di due macchine. I due giovani e la donna, con bambino al seguito, sono stati portati quindi in commissariato per essere sottoposti a ulteriore accertamento. Dimostrando un notevole acume investigativo, come ha sottolineato il vicequestore Ferasin, i poliziotti hanno scoperto che la ragazza era stata vista il giorno prima davanti a un compro oro del centro.

Qui, in base alle spiegazioni fornite dal titolare, aveva portato 60 grammi di oro, risultati poi sottratti dall’abitazione dove era avvenuto il furto, dicendo di aver bisogno di soldi per sfamare il piccolo. La donna, quindi, aveva ottenuto 1.360 euro dal titolare dell’attività, soldi in parte già spesi al momento dell’arresto. Il compro oro è stato oggetto di un’ispezione amministrativa da parte degli agenti, dalla quale non è emersa alcuna irregolarità. I due giovani, intanto, in seguito a una perquisizione sono stati trovati in possesso, rispettivamente di 100 euro in pezzi da 10 e altri 650 in vari tagli, oltre a un orologio da polso di marca Tudor, anche questo rubato nell’abitazione.

Le camere dell’albergo dove risiedevano sono state ispezionate, senza alcun risultato particolare. Il furto nell’abitazione è avvenuto domenica 14, tra le 18 e le 20, quando i ladri hanno sfondato la vetrata di una lussuosa residenza, forse con una pietra, mentre la famiglia era fuori, facendo razzia in casa e provocando ingenti danni. Solo caso, non hanno portato via la macchina con le chiavi trovate, forse disturbati dall’arrivo di qualcuno. Grazie al lavoro del commissariato, i legittimi proprietari dei beni, che avevano sporto denuncia ai carabinieri, sono stati contattati per la restituzione dei beni. Questa mattina, 19 ottobre, il Gip del tribunale di Pistoia si esprimerà sulla convalida degli arresti. Il vicequestore Ferasin ricorda come, in questo periodo dell’anno, «i furti si acuiscono e sia importante avere una risposta immediata e soddisfacente. Ritrovare i beni sottratti è davvero un risultato gratificante per le vittime».