
Il vescovo Giovanni De Vivo
Montecatini 21 settembre 2015 - Ha combattuto per sette lunghi anni contro una terribile malattia che alla fine se l’è portato via. Il vescovo di Pescia Giovanni De Vivo, con il dolore di moltissimi fedeli, è tornato ieri mattina alla Casa del Padre. Era nato il 20 marzo 1940 a Siena dove ha trascorso gran parte della propria infanzia e gioventù. Dopo quattro anni di studi al Pontificio Seminario Romano Maggiore di Roma, fu ordinato sacerdote il 15 marzo 1964 nella cattedrale di Colle Val d’Elsa. Fu poi nominato vicario parrocchiale, dal 1965 al 1969, a Castellina Scalo, una frazione di Monteriggioni.
Dal 1965 al 1989 ha insegnato filosofia al Pontificio Seminario Regionale Pio XII di Siena. Fino al 1974 fu anche parroco nella piccola Strove, sempre nel comune di Monteriggioni. Nei successivi 17 anni è stato parroco a Castellina Scalo e poi a Mensano, nel comune di Casole d’Elsa. Nominato vescovo di Pescia il 18 dicembre 1993, fece il suo ingresso in Diocesi il 6 marzo 1994 con il motto «In spe fundati», ovvero fondati nella speranza. Nello stemma che ha simboleggiato il vescovado sono raffigurati una stella in campo celeste rivolta verso il cielo, verso Dio, e un’ancora in campo verde, «come se non dovessimo mai perdere di vista la concretezza della vita quotidiana», amava dire.
Nel corso della sua carriera ecclesiastica ha conosciuto personalmente cinque 5 pontefici: da seminarista fu scelto come stenografo per documentare i lavori del Concilio Vaticano II sotto Giovanni XXIII. Sempre come studente incontrò a Roma nel 1963 Paolo VI. Da vescovo ha poi incontrato Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e, appena qualche mese fa, papa Francesco. Nel gennaio scorso l’amministrazione comunale di Pescia gli ha conferito la cittadinanza onoraria. Prima di De Vivo l’avevano ricevuta i vescovi Angelo Simonetti (1907-1950) e Giovanni Bianchi, Vescovo (1977-1993).
Durante questi anni si è messo al servizio degli «ultimi», lavorando per la realizzazione o la riqualificazione di parrocchie o altri edifici sacri adeguati ad accogliere i più giovani e i bisognosi. E per questo avrebbe ricevuto nelle prossime settimane il premio «Delfino d’argento» dell’Avis di Pescia. Si ricordano la chiesa delle Case a Monsummano Terme, le torri campanarie di Uzzano e La Costa, la canonica di Santa Margherita a Pescia, la chiesa di Santa Lucia, la mensa della Caritas a Montecatini. In migliaia hanno già visitato la salma, esposta da ieri mattina nel duomo a Pescia. I funerali saranno celebrati giovedì alle 16, a Pescia
Per accogliere i numerosissimi fedeli il rito funebre sarà officiato in piazza Mazzini con l’allestimento di un altare, martedì o mercoledì. Quel giorno a Pescia, e forse in altri Comuni della Diocesi, sarà lutto cittadino. Pare certa la tumulazione nella cappella di Sant’Allucio, in Cattedrale, fatta realizzare nel 1934 dall’allora vescovo Simonetti in occasione dell’800º anniversario dalla morte del santo. Stasera alle 21 in Cattedrale si terrà una messa in suffragio. La data coincide con il 12° anniversario della morte di Giovanni Bianchi.
Anche Fausto Tardelli, vescovo di Pistoia, esprime il suo dolore per la scomparsa di De Vivo. "La notizia della morte - sottolinea - mi è giunta inaspettata, quantunque sapessi delle sue sempre più critiche condizioni di salute. Ci eravamo sentiti per telefono alla vigilia della festa di san Jacopo, quando mi disse che non avrebbe potuto partecipare, proprio per la situazione che stava vivendo e che il caldo torrido di quei giorni non aiutava. La voce, allora, era però ancora vivace, quella di sempre. Lo ricordo con grande affetto. In questi anni 11 anni di episcopato ci siamo incontrati tante volte, parlato, discusso e ho potuto apprezzare la sua passione e il suo zelo apostolico. Ha amato profondamente la sua diocesi e sempre si è sentito un servitore chiamato a dedizione generosa. Anche il modo con cui ha affrontato la sua malattia, è stata un testimonianza bella di grande umanità e di autentica fede cristiana. Dio gli conceda il premio promesso ai suoi discepoli fedeli."
A lui si unisce il sindaco di Montecatini GIuseppe Bellandi. "Ho appreso con profonda tristezza - spiega - la morte di monsignor Giovanni De Vivo e esprimo le più sentite condoglianze della città di Montecatini Terme e mie personali alla Diocesi di Pescia ed alla sua famiglia. Tanti anni fa lo ho conosciuto quando venne a presentarsi in ospedale e poi in radiologia nal momento della sua nomina e in tanti anni ho potuto apprezzare le Sue doti umane e naturalmente quelle che il Suo ruolo fondamentale per la comunità del nostro territorio ha sempre con infinito amore svolto. In anni non facili come quelli che ha percorso è sempre stato vicino a tutti noi ma soprattutto ha avuto parole e ha compiuti atti concreti verso i più deboli e ha insegnato a tutti noi impegnati in vari ruoli al servizio delle nostre comunità,prima come medico dell'ospedale poi come amministratore,cosa sia la solidarietà,quella vera,verso i più deboli dagli ammalati a chi non ha redditi sufficienti per se e per la propria famiglia ed ha speso parole importanti per la integrazione nel rispetto della fede di ognuno cristiani e non. Ascoltare con educazione ma anche fare perchè le parole non restino parole ed a queste seguano fatti concreti. Grazie Giovanni De Vivo, grazie di cuore per quello che ci hai insegnato e per tutte quelle volte che mi hai aperto la Tua porta e sono convinto il tuo cuoree mi hai dato tanti splendidi consigli. Ci mancherai ma la strada segnata rimarrà sempre con noi".