Appello a Rossi, "Salva il Centro ricerca"

Padule di Fucecchio: fra i 55 firmatari anche i presidenti di Italia Nostra e Wwf

Il governatore Enrico Rossi

Il governatore Enrico Rossi

Montecatini 13 aprile 2019 - Appello al governatore Enrico Rossi sottoscritto da 55 personalità della cultura e dell’ambientalismo contro la scelta di smantellare di fatto la riserva naturale del Padule di Fucecchio, sottraendone la gestione al Centro di Ricerca. Le firme sono già state consegnate e la raccolta di adesioni proseguirà anche nelle prossime settimane. Molte di queste persone, compresi il presidente di Italia Nostra Maria Rita Signorini e il presidente onorario del Wwf Fulco Pratesi, si erano già impegnate in passato per scongiurare ciò che rischia di accadere nell’immediato futuro.

«Il Padule – scrivoni i firmatari – nonostante secoli di attività di bonifica ne abbiano ridotto la superficie, conta ancora su oltre 2000 ettari di habitat palustre di rilevante interesse naturalistico. Anche se con ritardo rispetto ad altre realtà, ha beneficiato di alcune misure di protezione. E’ incluso fra i siti di importanza comunitaria (Sic) e le zone di protezione speciale (Zps). Dal 2014 fa parte anche delle zone umide di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar. Tuttavia a fronte di questi riconoscimenti, solo il 10% della sua superficie ricade all’interno di un’area protetta (la riserva naturale).

Nel 1990 la Provincia di Pistoia si fece promotrice di un’associazione, il Centro di Ricerca, Documentazione e Promozione del Padule di Fucecchio, che avesse al suo interno i Comuni, le associazioni portatrici di interesse e gli istituti scientifici. Con l’istituzione della riserva naturale nel 1996 a tale associazione e al Consorzio di Bonifica fu data la gestione dell’area protetta. L’esperienza del Centro si è dimostrata un esempio virtuoso di gestione tecnicamente corretta sia per la conservazione che per educazione, divulgazione e promozione.

Spinte localiste e particolariste intrecciate a interessi politici mai dichiarati minano da alcuni anni la sopravvivenza del Centro Rdp, spalancare le porte a un modello di gestione privo di qualsiasi attenzione nei riguardi della conservazione. L’ultimo atto è l’annunciato smembramento da parte della Regione dei beni della riserva (superfici di proprietà pubblica, Centro visite di Castelmartini e osservatorio faunistico delle Morette) che verrebbero assegnati ai Comuni, estromettendo il Centro Rdp che ha concorso a creare e gestire per 22 anni l’area protetta con numerosi riconoscimenti e un forte sostegno di cittadini e associazioni. Chiediamo a Enrico Rossi di riconsiderare questa scelta, già criticata da docenti universitari ed esperti di riconosciuto valore e di dare continuità all’esperienza del Centro Rdp che vede la partecipazione di soggetti pubblici, uno staff qualificato di professionisti e un elevato numero di volontari».