Droga, i nigeriani trasferiscono i soldi all'estero

I conti vengono svuotati subito non appena arrivano i contanti

Gli spacciatori nigeriani che agivano in piazza Gramsci (Foto polizia di Stato)

Gli spacciatori nigeriani che agivano in piazza Gramsci (Foto polizia di Stato)

Montecatini 9 giugno 2019 - Trasferiscono soldi all’estero con una certe frequenza e, quando i contanti arrivano a destinazione, c’è sempre qualcuno pronto a riceverli, svuotando i conti. E’questo uno dei dati inquietanti che sta emergendo, a livello nazionale, da numerose inchieste svolte sugli spacciatori nigeriani. I pusher provenienti dal paese africano, dalla fine del 2016, sono stati oggetto di numerose attività investigative della polizia di Stato e dei carabinieri, a Montecatini e in altre zone della Valdinievole.

Tutto è partito dall’attività svolta a Prato dall’ex dirigente della squadra mobile Francesco Nannucci, che ha portato alla luce legami con il territorio. Da allora sono stati eseguiti numerosi arresti di soggetti, subito sostituiti da altri connazionali nel commerco illecito. L’ultima attività, seguita dagli agenti del commissariato diretto dal vicequestore Mara Ferasin, ha portato alla carcerazione di due giovani intenti a vendere morte alla stazione di piazza Gramsci.

Questi spacciatori hanno l’abitudine di nascondere in bocca palline termosaldate contenente dosi di eroina. Una modalità che si è rivelata in tutti i suoi aspetti più disgustosi agli inquirenti. Lo stupefacente viene sputato nelle mani degli acquirenti o, assai spesso, passato da una cavità orale all’altra, come se venditore e cliente si stessero baciando. Le forze dell’ordine lavorano con grande impegno alle indagini, perché, al fine di arrestare queste persone, occorre documentare centinaia di episodi di spaccio.

Appostamenti, pedinamenti e riprese video vengono utilizzati per incastrare i pusher. Oltretutto, in Toscana, la sede distrettuale della Direzione investigativa antimafia (Dia), diretta dal capocentro Nicola Franco, primo dirigente della polizia di Stato, sta seguendo con estrema attenzione questo fenomeno. Le inchieste svolte in altre realtà italiane hanno documentato una certa efficienza nel trasferire i proventi realizzati con la vendita della droga.

Attraverso il sistema dei money transfer, gli spacciatori inviano i soldi in Nigeria o in Olanda. Dall’altra parte, c’è qualcuno pronto a svuotare in pochi attimi i conti dove il denaro arriva. Lo scrittore Leonardo Sciascia ricordava già negli anni Cinquanta l’importanza di controllare il riciclaggio dei soldi e colpire a livello finanziario le organizzazioni malavitose. I possibili legami degli spacciatori nigeriani arrestati a Montecatini con altre organizzazioni, al momento, non sono ancora stati riscontrati in modo ufficiale. L’estrema intelligenza con cui viene curato il trasferimento all’estero dei soldi guadagnati con la vendita dell’eroina, in ogni caso, fa comunque capire come ogni particolare sia eseguito con precisione.