
Chiesa di Sant’Antonio stracolma di gente e di dolore al funerale della professoressa Franca Pellegrini, celebrato ieri pomeriggio dal parroco don Gianluca Diolaiuti. Un dolore composto, un silenzio rotto dai singhiozzi dei suoi amati alunni. In prima fila la pronipote Sofia, 18 anni, non riusciva a trattenere le lacrime sotto l’abbraccio protettivo del padre Andrea. Una morte difficile da accettare. Don Gianluca ha tratteggiato la figura di Franca ricordando la sua generosità e la sua naturale tendenza a ricercare la bellezza attraverso l’arte e la letteratura. "Una passione – ha detto il parroco – che ha saputo trasmettere ai colleghi e ai suoi studenti. La vostra presenza oggi qua è il segno della forte eredità che lascia. Da molto tempo si dedicava, qua in parrocchia, all’insegnamento dell’italiano agli stranieri. Insieme stavamo programmando l’attività di quest’anno. Sono sicuro che verrà portata avanti nel nome di Franca".
C’erano tanti colleghi del liceo Salutati, anche quelli più giovani. Attoniti di fronte alla scomparsa di quest’anima bella. Al Salutati aveva insegnato negli ultimi anni dopo una lunga parantesi in un liceo di Prato passando prima da una esperienza di insegnamento a Oxford e in Australia.
Una vita dedicata alla scuola e alla famiglia. Aveva 63 anni. Aveva svolto la professione di docente, con competenze e generosità, in diverse scuole superiori tra le quali il liceo Lorenzini a Pescia. Lascia il fratello Franco, già informatore medico scientifico di Angelini, appassionato di chimica e matematica, i nipoti Andrea e Lisa, insegnanti di lettere e psicologia, i pronipoti, la cognata Iliana, collaboratrice parrocchiale a San’Antonio, conosciuta da tutti come Iaia. Al termine della celebrazione, il nipote Andrea, docente di lettere al Martini e scrittore affermato, l’ha salutata dal pulpito: "Quando qualche ora fa ho deciso di scrivere queste righe, sapevo già che saremmo stati in molti, sapevo che oggi questa chiesa di Sant’Antonio sarebbe stata gremita. Se Franca passasse di qua, direbbe: “Ma quanta gente c’è a Sant’Antonio? Che è successo?“ E poi dopo un momento aggiungerebbe: “Deve essere morta una persona importante“. Oggi siamo in tanti perché non potevamo non venire, e perché Franca, tu avresti detto bene. È morta una persona importante. A tutti noi hai lasciato qualcosa. Un segno. E spesso il segno lo hai lasciato senza nemmeno accorgerti di averlo lasciato, senza nemmeno immaginare di che segno profondo si trattasse. Ci importava tanto di te, Franca. Per quanto mi riguarda, quando tu avevi dodici anni e io solo uno, mi hai insegnato a camminare. Letteralmente, dico. E poi per i nostri cinquantuno anni successivi insieme, ogni volta che io stavo per inciampare, fino a ieri, non hai mai smesso di farlo. Per molti di noi che oggi siamo qui continuare a camminare senza di te sarà - e tu Franca capisci queste parole - il vuoto ad ogni gradino". Giovanna La Porta