L’Austria lo accusa di furto Ma i giudici negano l’estradizione "Gli indizi sono inconsistenti"

La Corte d’Appello di Firenze ha negato l’estradizione in Austria perché gli indizi a suo carico non sono stati ritenuti abbastanza gravi. G.A., un italiano di 57 anni, che vive in città, non dovrà quindi finire in un carcere d’oltralpe, perché le accuse contro di lui sono state ritenute inconsistenti. Secondo gli austriaci, l’uomo è spesso partito per commettere furti in lussuose ville, anche all’estero, saccheggiandole dei preziosi beni. Gli agenti del commissariato di Montecatini lo hanno arrestato lo scorso giugno, in base al mandato di arresto europeo al fine dell’estradizione, per i reati di furto e associazione a delinquere. Nonostante gli inquirenti austriaci lo definissero un criminale abile e scaltro, le forze dell’ordine d’oltralpe pensavano di aver raccolto le prove necessarie alla richiesta di estradizione, mettendo un brusco stop alla sua presunta carriera criminale. L’uomo, sempre secondo le accuse, giudicate infondate dalla Corte d’Appello di Firenze, faceva parte di un’organizzazione dedita ai furti in ricche abitazioni austriache. Nessuno lo aveva mai notato o nutrito sospetti su di lui. Non era certo un topo d’appartamento, secondo le tesi degli inquirenti austriaci contestate poi da quelli italiani, nè un tipo da da due soldi che si accontentava di centinaia di euro durante le razzie nelle case. Anche in Austria, sempre secondo le forse dell’ordine locali, doveva aver trovato oggetti e beni di lusso capaci di spingerlo ad agire. Puntava a colpi in grande stile, hanno ribadito nel mandato di cattura internazionale gli agenti d’oltralpe, cercando le cose più lussuose. In questo momento trascorreva un periodo di detenzione domiciliare per altri reati in Italia. La squadra di polizia giudiziaria del commissariato ha provveduto a prelevarlo dalla sua abitazione. Al termine degli accertamenti effettuati dagli agenti della polizia di Stato, è stato trasferito nella casa circondariale di Pistoia, a disposizione dell’autorità giudiziaria. Alla fine, assistito dall’avvocato Nicola Moncibì del foro di Firenze, l’uomo è riuscito a ottenere la libertà dalla Corte d’Appello.

Da.B.