Istruzione nella bufera. Tre istituti scolastici a rischio accorpamento. I presidi: "No comment"

Le nuove disposizioni prevedono tagli per chi ha meno di 900 alunni. Sotto tiro Anzillotti (Pescia), Berni (Lamporecchio) e Ferrucci (Larciano). Intanto cresce l’attesa per i dati sulle iscrizioni dell’anno prossimo. .

Istruzione nella bufera. Tre istituti scolastici a rischio accorpamento. I presidi: "No comment"

Istruzione nella bufera. Tre istituti scolastici a rischio accorpamento. I presidi: "No comment"

Ha colto di sorpresa la notizia delle tre scuole a rischio accorpamento in Valdinievole dopo la decisione del governo Meloni sul "dimensionamento scolastico". Si tratta dell’istituto agrario Anzilotti di Pescia, delle scuole Berni a Lamporecchio e dell’istituto Ferrucci di Larciano. I dirigenti scolastici non si sono espressi in merito alla vicenda. Anche perché al momento non ci sarebbe nulla di certo e deciso.

Secondo le nuove disposizioni decise a Roma, per mantenere un proprio dirigente scolastico e un direttore dei servizi generali e amministrativi, si deve essere in presenza di almeno 900 alunni (contro gli attuali 600, coin deroga per i comuni montani).

La Regione (assieme all’Emilia Romagna e alla Puglia) aveva presentato un ricorso, ma la Corte Costituzionale lo ha recentemente respinto. In questi giorni, a partire da oggi, ci saranno riunioni e confronti che coinvolgeranno l’ufficio scolastico della Toscana. Ma al momento, non c’è nulla di confermato ufficialmente.

Il problema è che, secondo quanto stabilito a Roma, a partire dal prossimo anno scolastico "è assegnato un dirigente scolastico con incarico a tempo indeterminato e un direttore dei servizi generali ed amministrativi in via esclusiva solo alle istituzioni scolastiche con almeno 600 alunni (400 nei comuni montani, nelle piccole isole e nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche)".

Se così fosse, anche in Valdinievole, assisteremmo a scuole accorpate con quelle più vicine e dirigenti che rimbalzano tra una sede e l’altra per garantirne il funzionamento. Ma la giunta regionale nel settembre scorso ha approvato una delibera che lascia invariato il numero degli istituti presenti sul territorio regionale, attualmente 470, stoppando la riduzione di 15 istituti scolastici prevista dal decreto interministeriale del ministero dell’Istruzione. Resterebbe aperta la possibilità di accorpamento solo in caso di proposte provenienti dai territori stessi o di scorporo dei plessi da un istituto scolastico ad un altro. Non solo: sempre la Regione a ottobre ha impugnato gli atti che prevedono i tagli alle dirigenze davanti al tribunale amministrativo. Un tentativo che sarebbe andato a vuoto. Intanto, per cominciare, c’è da attendere i dati delle iscrizioni 202425. Una notizia come quella del possibile taglio nelle tre scuole, se confermata in piena fase di orientamento, rischierebbe di creare qualche problema di immagine e di influire negativamente sulle decisioni delle famiglie.

red.mon