Ippica, quelle notti magiche a Ferragosto al Sesana: da Delfo a Uragano quanta passione

Il fotografo Rosellini: ’Che emozione di fronte a Tornese e Crevalcore’

Una carrozza sfila sulla pista del Sesana in occasione del gran premio di Ferragosto

Una carrozza sfila sulla pista del Sesana in occasione del gran premio di Ferragosto

Montecatini, 23 agosto 2018 - In occasione del recente Gp Città di Montecatini il Sesana ha ritrovato il pubblico degli anni d’oro. I 14.822 spettatori presenti nella serata del Ferragosto hanno riportato il trotter termale indietro nel tempo. Sono passati quarant’anni dal glorioso 1977, è ricordata come la notte di Delfo con 14778 spettatori ufficiali, in realtà i giornali di allora parlavano di circa 20 mila persone. Una cosa è certa, per ogni montecatinese il Ferragosto al Sesana è un rito, l’appuntamento fisso con il cavallo, una serata che fa riapprezzare il piacere di andare all’ippodromo. Dall’americano Tryhussey, vincitore della prima edizione nel 1953 al recentissimo Uragano Trebì l’album dei ricordi è fitto di emozioni.

Sfogliando l’albo d’oro è un susseguirsi di campioni e grandi uomini di cavalli. Ognuno con la sua storia, in pista tra rammarichi e rivincite, fuori con un boato ad ogni curva. Un atmosfera che, per una notte, è tornata a coccolare i romantici spettatori del Sesana, legati a doppio filo ad un ippica troppo lontana. Provate a chiedere ai montecatinesi più agè qual è il ricordo più bello del gran premio di Ferragosto, con un pizzico di nostalgia verranno rispolverate meravigliose cartoline. In pista dal 1959 Carlo Antonio Rosellini, dalla sua macchina fotografica è passata la storia del Sesana. Carlo ha saputo immortalare attimi preziosi, ha potuto ammirare e fotografare i protagonisti del trotto come delle star ma tra tutti questi scatti ce n’è uno a cui è particolarmente legato? «Le foto di Tornese e Crevalcore. Il sauro di Brighenti metteva in soggezione da quanto era bello ma Crevalcore era la nuova bandiera toscana. Il diavolo nero che nel 1960 sfiorò la vittoria al Roosvelt di New York. Dal ‘58 al ‘62 Tornese e Crevalcore si alternarono i successi, ovunque si parlava delle loro sfide. Ricordo la prima volta che li ho incontrati, è stato come trovarsi davanti Sofia Loren».

Alessandro Baldi, figlio di Vivaldo, classe 1949, quelle sfide le ha vissute sulla pelle: «Avevo cinque anni quando babbo, già con due frustini d’oro in tasca, vinse con Birbone il suo primo Città di Montecatini (1954), l’anno successivo il bis. Con la folla da scansare non riuscivo mai ad arrivare in tempo per la premiazione. Tra l’altro Birbone vinse anche tre Gp Lotteria di Agnano (‘52,’53,’55), babbo diceva sempre che era il cavallo con la testa d’oro. Crescevo in scuderia aspettando il Ferragosto come un bambino aspetta il Natale. Nel ‘57 arrivò il successo con Checco Pra, vincere mi sembrava facile, anni dopo ho capito che la magia era nelle sue mani, quella mezza ruota faceva girare la testa agli avversari». Il Città di Montecatini per antonomasia è quello a cui partecipò Delfo, ero già grande, ricordo la fila alla biglietteria già a metà pomeriggio nonostante il caldo torrido. Alle sette di sera il Sesana era pieno, il direttore Zanasi costretto a dirottare il pubblico attorno all’ippodromo. Per non parlare del box di Delfo preso letteralmente d’assalto dai tifosi. Il finale lo conosciamo tutti, Delfo sudatissimo si gettò di galoppo allo stacco della macchina, la folla delusa si chiuse in un silenzio agghiacciante.