La città dice addio al giudice Ferdinando Imposimato

Scoprì che la camorra stava acquistando il Kursaal

Ferdinando Imposimato

Ferdinando Imposimato

Montecatini 3 gennaio 2018 - Avrebbe meritato le chiavi della città, ma nessuno ha mai pensato a dargliele. Il magistrato Ferdinando Imposimato è morto ieri mattina a Roma, a 81 anni, al Policlinico Gemelli dove era stato ricoverato d’urgenza il 31 dicembre nel reparto di rianimazione. Per tutti resterà sempre il giudice del caso Moro e dell’attentato a Giovanni Paolo II. Forse in pochi lo ricordano, ma se il Kursaal, grande complesso ludico e immobiliare che testimonia ancora gli anni doro della città, non è diventato una proprietà della camorra, Montecatini lo deve a questo magistrato coraggioso e simpatico.

 

È stato lui a fermare Pasquale Galasso, braccio destro di Carmine Alfieri, decretando la fine di un'operazione che avrebbe dato un colpo mortale a Montecatini. Il pericolo di infiltrazioni mafiose nella nostra città, a distanza di oltre vent’anni da questa vicenda, non è certo venuto meno.  E'stato lo stesso Imposimato a ricordarlo, in un’intervista rilasciata al nostro giornale nel 2011, invitando tutti i cittadini a vigilare sulle grandi operazioni immobiliari e finanziarie che toccano realtà essenziali per il sano sviluppo di Montecatini.

 

Anche la vendita dei beni non strategici delle Terme, ribadivas nelle sue dichiarazioni deve essere controllata con particolare attenzione, senza dare nulla per scontato. Un’intervista che mantiene ancora una certa attualità, soprattutto in vista dell’imminente privatizzazione delle quote di maggioranza dell’azienda che fanno capo alla Regione. Le infiltrazioni della criminalità organizzata nell’economia, secondo lui, sono un male mortale. Un tessuto democratico, ripeteva sempre, deve essere dotato degli anticorpi necessari. 

 

«Certi signori – esordì nell’intervista del 2011 - portano droga, criminalità e tanti altri problemi quando arrivano. Non è facile scoprirli e, nel momento in cui avviene, ci vogliono anni e anni per riavere indietro le proprietà finite nelle loro man».  Dottor Imposimato, come è possibile impedire che la criminalità organizzata acquisti beni e attività fondamentali per una comunità come questa?  «Ai tempi della vicenda Kursaal, riuscimmo ad arrivare in tempo, bloccando Galasso e la sua scellerata operazione. Ma non è assolutamente facile scoprire gente del genere. Di solito sono protetti da schiere di prestanome. Oltretutto, possono contare sulla consulenza di professionisti impensabili, persone che nessuno giudicherebbe mai capaci di impicciarsi in certi affari. Gli esponenti della criminalità organizzata sono in grado di spendere molto più soldi rispetto a realtà oneste. E quando alcuni amministratori pubblici vedono certo offerte, magari in buona fede, cedono subito».  Cosa possono fare i cittadini in situazioni del genere?  «L’articolo 8 della legge 267 del 2000, il testo unico degli enti locali, prevede listituto della partecipazione. Questo non significa che la gente deve intervenire solo per parlare di arredo urbano, piste ciclabili e altri argomenti. La vendita di beni immobili che toccano un aspetto fondamentale di una comunità può e deve essere analizzata con attenzione dai cittadini. La gente ha il diritto di conoscere tutti i criteri della procedura e il potenziale acquirente. Il mio, naturalmente, non è un invito a fare gli sceriff». Questo criterio, secondo lei, può valere anche per la cessione dei beni immobili non strategici delle Terme?  «Sicuramente, visto che si tratta di un aspetto strettamente collegato allidentità essenziale di Montecatini e della gente che ci vive. I cittadini hanno il diritto di conoscere tutti gli aspetti e i criteri con cui verranno fatte queste vendite. Lo ripeto, la previsione della legge 267 può essere applicata in tutta Italia».  A Montecatini esistono molti appartamenti dove lavorano le prostitute, che spesso appartengono a persone giudicate irreprensibili. Secondo lei si può fermare questa storia?  «Il reato di favoreggiamento della prostituzione esiste. Tutte le istituzioni presenti sul territorio lo devono applicare con forza e determinazione».