L’impresa di Emanuele, tutto l’Appennino a piedi: in cinque giorni 280 chilometri

Berti ha viaggiato con due suoi amici. Nell’ultima parte del percorso il gruppo è stato "scortato" da due cani randagi

Emanuele Berti durante il tragitto

Emanuele Berti durante il tragitto

Montecatini Terme, 18 ottobre 2020 - Ci sono persone che non sopportano la stasi, per le quali mettersi continuamente alla prova e affrontare nuove sfide costituisce linfa vitale. Uno di questi è Emanuele Berti, montecatinese di 44 anni e proprietario di una nota ditta di vernici.

Emanuele ha un passato da runner e da triatleta con una particolare inclinazione alle gare estreme: fino all’anno scorso collezionava ultramaratone (ha nel curriculum anche una partecipazione alla leggendaria Maratona del "Passatore") e corse "Iron Man", il 2020 e la pandemia gli hanno fatto scoprire l’escursionismo, di cui si è subito appassionato. Tanto che, su consiglio di un amico, in poco meno di tre mesi si è permesso questa doppietta: prima ha percorso tutta la via degli Dei, il sentiero di 120 chilometri che collega Bologna a Firenze e successivamente il Cammino di San Jacopo, da Firenze a Lucca.

Il capolavoro però Emanuele lo ha compiuto la scorsa settimana, quando ha deciso di percorrere zaino in spalla il Grande Anello dell’Appennino, un interminabile sentiero di 280 chilometri a forma circolare che si snoda sui monti tosco-emiliani. Ovviamente lo ha fatto a modo suo, camminando giorno e notte praticamente senza sosta e senza quasi mai dormire da mercoledì a domenica: "Le cose standard non mi piacciono e quando le faccio riesco sempre a modificarle in maniera originale – racconta Emanuele - Non potendo allenarmi causa lockdown dovevo inventarmi qualcosa: su consiglio di un amico a fine agosto ho camminato per tutta la via degli Dei, un battesimo di fuoco all’escursionismo che però mi ha caricato ancora di più e quando ho visto che il Cai aveva inaugurato a metà settembre questo Grande Anello ho deciso che non mi poteva sfuggire, quindi ho organizzato questo tour insieme al mio compagno di viaggio Simone Pagni e ad un’altra nostra amica che si è aggregata a Bologna".

Novantasei ore di viaggi fra boschi, paesaggi incontaminati ai limiti del fiabesco e…incontri inaspettati: "I più interessanti sono stati quelli con gli animali. Abbiamo avuto la fortuna di fare l’ultimo percorso da Vernio a Prato in compagnia di due cani – spiega Emanuele - Giravano intorno a noi, anticipavano il percorso e ci facevano anche compagnia, risultandoci anche utili in due circostanze. Sul Monte Maggiore infatti ci sono dei cavalli selvatici che si sono schierati a mo’ di barriera: i due segugi abbaiando ci hanno aperto la strada. L’altra circostanza poco dopo quando ci hanno anticipato l’incontro con un cinghiale. Consci del pericolo lo abbiamo aggirato". Ad accompagnare Emanuele Berti e la sua brigata alla conquista di questa porzione di Appennino sono stati anche tanti appassionati di escursionismo incontrati lungo il tragitto: "Lungo la strada abbiamo trovato un sacco di persone: la via degli Dei in particolare di giorno è molto trafficata. Quello che mi ha stupito è stato trovare tanta gente che ci conosceva e che sapeva cosa stavamo facendo. Man mano che il nostro giro andava avanti ci siamo accorti di essere diventati delle celebrità: scrivere un semplice post sulla pagina Facebook del percorso aveva innescato un tam tam permettendo a tanti escursionisti di venire a conoscenza della nostra impresa. Un paio di televisioni locali ci hanno pure intervistato…".