
Vittoria Tognozzi e Tosca Lepori, sopravvissute all'eccidio del Padule di Fucecchio
Montecatini, 25 settembre 2019 - «La richiesta di giustizia è scomparsa, parlarne sembra essere diventato quasi una colpa». Parte da qui la lettera che molta parte dei familiari e dei sopravvissuti agli eccidi nazifascisti hanno inviato nei giorni scorsi al governatore Enrico Rossi. A breve distanza dalle cerimonie di commemorazione dei caduti nelle stragi del Padule di Fucecchio, Fivizzano e Cefalonia, c'è chi torna a puntare il dito contro una giustizia che non è mai arrivata, contro pene mai scontate dagli ufficiali che hanno operato le stragi e contro chi i risarcimenti non li ha mai versati, dirottando ai vari enti pubblici minimi finanziamenti del fondo italo-tedesco per progetti sulla memoria storica. Così i familiari dei caduti civili e militari nelle stragi naziste, come Fucecchio, Fivizzano e Cefalonia, scrivono a Enrico Rossi per chiedere giustizia, anche coi risarcimenti.
Denunciano «l’ambiguità dei finanziamenti tedeschi – come si legge nella lettera indirizzata al governatore toscano – per commemorazioni e prodotti memoriali», e chiedono il sostegno degli amministratori locali e del governo oltre a un incontro col presidente della Regione Toscana. «Caro Presidente Enrico Rossi – è scritto nel documento – La ringraziamo per le parole del 1° settembre, alla 75ª commemorazione della strage del Padule di Fucecchio, perché vengono incontro alla nostra condizione di sopravvissuti e di familiari dei caduti nelle stragi naziste, simile a quella dei familiari dei militari vittime di stragi, come Cefalonia. Dal 2008 e fino al 2012 le istituzioni erano con noi, come parti civili, nei processi penali contro i criminali nazisti. Nel 2008 la Germania, pressata dalle condanne in Italia, in sede sia penale che civile, si è rivolta alla Corte internazionale di giustizia, all’Aia, che nel 2012 ha tenuto indenne lo Stato tedesco da ogni condanna patrimoniale, per stragi come per deportazioni. Benché la Germania hitleriana abbia occupato l’Italia commettendo le peggiori infamie, l’immunità degli Stati ne è uscita intoccabile. Proprio dopo il 2008 la Germania ha istituito il cosiddetto Fondo italo-tedesco per il futuro, con cui un po’ alla volta, su richiesta degli amministratori locali e dei privati, come un ambiguo elemosiniere ha elargito somme per iniziative riguardanti i suoi crimini: si tratta di libri, siti internet, realizzazioni o restauri di monumenti, convegni e altro».
Poi arrivano le proposte dei sopravvissuti tra cui che «la Regione Toscana, la più colpita dalle stragi, si rivolga al governo affinché sia presentata alla Germania una richiesta formale di risarcimento. Persino la sentenza dell’Aia del 2012, che dava ragione a Berlino, ammetteva che l’esito era discutibile e suggeriva di intavolare trattative. La Grecia e la Polonia stanno proponendo richieste per centinaia di miliardi di euro, e nessuno le accusa di attentare alla pace o all’Europa». La lettera è stata firmata da Vittoria Tognozzi, Tosca Lepori, Antonio Cavallini, Andrea Parlanti, Dimitri Cioli, Laura Cioli, Giovanna Simoni, Anita Fagni, Donatella Silvestri, Ada Silvestri, Stefano Silvestri, Luca Silvestri, Roberto Giannini, Lara Mazzei, Natalino Mazzei, Lina Paolini, Anna Maria Giocomelli che firma anche per lo zio Bruno Giacomelli, Stefano Fagni e Jacopo Pierattini, tutti sopravvissuti e familiari di vittime della Strage del Padule di Fucecchio del 23 agosto 1944, Lido Lazzerini, sopravvissuto e figlio di vittima della Strage del 4 – 5 maggio 1944 di Mommio (Fivizzano) e Mariangela Marcella De Negri e Luciano Bertinelli figli di vittime delle Stragi di Cefalonia.