Costa Gavras, festa per la regina

La beniamina degli ippodromi toscani compie 20 anni

Samanta Catastini con Costa Gavras

Samanta Catastini con Costa Gavras

Montecatini Terme, 31 marzo 2019 - Nomen omen dicevano i latini, il destino nel nome. La trottatrice Costa Gavras non ha preso solo il nome dal celebre regista greco, ma anche il suo carattere forte e lo spirito libero. Domani al rifugio Nibbio Alato sarà festa grande per Costa, che compie infatti vent’anni, un’età importante per un cavallo e come da tradizione ippica in scuderia entreranno mele e carote. Costa Gavras, a dispetto della sua veneranda età, è ancora in gran forma, occhio attento, pelo lucido come un puledro e ancora agile sui ripidi pendii dei boschi delle Cerbaie. Costa per la sua lunga attività in pista e per i risultati, pur non essendo una campionessa, è sempre stata una beniamina degli ippodromi toscani. Sarebbe sicuramente piaciuta al grande Federico Tesio, perchè in pista ha sempre corso più con la testa che con le gambe. Dopo sette anni di ippodromo e cinque figli, i suoi proprietari, l’allevatore Marco Desideri e il driver Alessio Vannucci, hanno cercato per lei una sistemazione dove farle trascorrere una serena vecchiaia e la scelta non poteva che cadere sul rifugio Nibbio Alato.

«Quando è arrivato - racconta Samanta Catastini, anima del Centro – Alessio Vannucci mi ha fatto diverse raccomandazioni su come approcciarmi a lei e in effetti l’inizio non è stato dei più facili». Costa non ha esitato a ingaggiare un duello a suon di morsi con un purosangue oppure a farsi talmente piccola da passare in un piccolo pertugio per uscire da un paddock. «Finchè – racconta ancora Samanta – non è scoppiata una grande amicizia con Major, la veterana del rifugio, che però poi a 28 anni è stata stroncata da un infarto. Costa ci è rimasta malissimo e per un lungo periodo ha perfino rifiutato il cibo ed è diventata ancora più introversa». Ora le cose vanno meglio. L’affetto di Costa per Samanta è evidente: accetta le coccole, ma non troppe. Un paio di carezze, al massimo tre. Poi ritira la testa come dire: «Io qui sono la regina. Noblesse oblige». Lunga vita alla sovrana.